Aggiornamenti sugli ultimi raid, attacchi e operazioni tra Israele e Iran, con dichiarazioni ufficiali e riflessi geopolitici.
La notte tra il 20 e il 21 giugno 2025 ha visto un’ulteriore escalation nel conflitto tra Israele e Iran, iniziato il 13 giugno scorso. Le IDF (Forze di Difesa Israeliane) hanno comunicato di aver colpito depositi e siti di lancio di missili nel centro dell’Iran. “Abbiamo colpito depositi e siti di lancio di missili nell’Iran centrale”, ha affermato l’esercito israeliano.
Sirene e esplosioni hanno risuonato a Tel Aviv e in altre aree centrali dello Stato ebraico. “Le autorità locali hanno detto ai cittadini che possono ora uscire dai rifugi”, dopo che i sistemi di difesa avevano intercettato la maggior parte dei missili iraniani.

Eliminati i vertici dei droni dei Pasdaran
Israele ha inoltre annunciato di aver ucciso Amin Pour Jodkhi, nuovo comandante dell’unità droni del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), una settimana dopo l’eliminazione del suo predecessore Tahar Fur. “Abbiamo ucciso il nuovo comandante dell’unità droni dei Pasdaran”, hanno comunicato le IDF. Jodkhi era accusato di aver supervisionato il lancio di “centinaia di droni verso lo Stato ebraico dal sudovest dell’Iran.”
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha confermato l’eliminazione di “Saeed Izadi, capo della divisione palestinese della Forza Quds”, ritenuto responsabile di aver “finanziato e armato Hamas prima del massacro del 7 ottobre”. Katz ha aggiunto: “Giustizia per gli assassinati del 7 ottobre e gli ostaggi. Il lungo braccio di Israele raggiungerà tutti i suoi nemici.”
Spionaggio e reazioni internazionali
Le autorità iraniane hanno annunciato di aver arrestato “22 spie israeliane dall’inizio della guerra.” Secondo la polizia provinciale di Qom, “22 persone sono state identificate e arrestate perché accusate di essere legate ai servizi segreti del regime sionista e di aver turbato l’opinione pubblica.”
Nel frattempo, i media iraniani riferiscono che “il raid israeliano non ha causato danni al sito nucleare di Isfahan.” Una rassicurazione per quanto riguarda il rischio nucleare diretto. Tuttavia, il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, ha affermato che l’offensiva ha “ritardato la possibilità di Teheran di sviluppare un’arma nucleare di almeno due o tre anni.”
Dall’altro lato, il presidente russo Vladimir Putin ha sottolineato che “l’Iran ha il diritto di sviluppare un programma nucleare civile e di utilizzare le tecnologie atomiche per scopi pacifici”, riaffermando il supporto di Mosca: “La Russia è pronta a fornire a Teheran l’assistenza e il supporto necessari allo sviluppo dell’energia nucleare pacifica.”