Pericolo in vista: nuvola di gas verso Italia

Pericolo in vista: nuvola di gas verso Italia

La grande nuvola di gas che ha invaso i cieli scandinavi starebbe per arrivare nel nostro paese: i pericoli per l’uomo e non solo.

Sono circa 40mila tonnellate di metano racchiuse in quelle che i media scandinavi hanno definito la “grande nuvola di gas”. Questa nube si è formata dopo le esplosioni del gasdotto Nord Stream nel Mar Baltico a largo di un’isola danese e ha invaso i cieli di Svezia e Norvegia. Ora sembra che la nuvola si stia dirigendo verso il nostro paese.

L’Unep, agenzia Onu per l’ambiente, avverte che si tratta del più pericoloso rilascio di gas metano mai registrato. Il pericolo maggiore è per il clima perché sono aumentate di molto le emissioni in poche ore. Un grammo di metano incide 20-30 volte di più della stessa quantità di anidride carbonica sul riscaldamento globale. Nell’immediato non ci sono pericoli per l’uomo. I pericoli immediati per l’uomo non ci sono, perlomeno in ambienti chiusi. La quantità uscita dal gasdotto corrisponde alle emissioni annuali di una metropoli come Parigi o una nazione come la Danimarca.

nuvole temporalesche

I danni per l’ambiente

Non è sicuro che la nuvola di metano arriverà in Italia, dice l’esperto del Cnr Gozzini. Secondo una ricostruzione la nube «avrebbe avuto una traiettoria divisa in due parti, una è andata verso le isole Svalbard, l’altra verso la Gran Bretagna e la Francia». Intervistato dal Corriere della Sera Gozzini spiega che «il metano si è diluito molto ed è anche ad alta quota, è un gas inodore che arriverà in misura infinitesimale rispetto alla quantità dispersa dal 27 settembre.”

Secondo l’esperto quindi “gli italiani non si accorgeranno nemmeno del passaggio della nube che ha già attraversato il Belgio, la Francia e la Bretagna e parte dell’Inghilterra, mentre un’altra parte si è diretta sulla Norvegia». Anche se sono molte 80mila tonnellate disperse, non è pericoloso per l’uomo in ambienti aperti. Il metano è però “climalterante” come ricorda l’esperto del Cnr Paoloni. Inoltre, potrebbero verificarsi incendi e esplosioni solo nel punto di fuoriuscita, non nella nuvola perché non è abbastanza concentrata.

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