Le nuove normative sull’oblio oncologico in Italia: termini ridotti per l’oblio di specifiche neoplasie come tumore del colon.
Il Ministero della Salute ha recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale un decreto significativo per chi ha affrontato un tumore. Questo documento stabilisce termini più brevi per l’oblio oncologico di alcune neoplasie, modificando i termini generali stabiliti dalla legge del 2023. Normalmente, l’oblio oncologico si attua dopo 10 anni dalla conclusione del trattamento, ma ora alcune condizioni hanno termini ridotti.
Che cos’è l’oblio oncologico?
L’oblio oncologico è un diritto che permette alle persone che sono state affette da cancro di non dover più dichiarare la loro pregressa malattia dopo un periodo stabilito. Questa misura mira a ridurre le discriminazioni che possono emergere in ambiti come il credito bancario, le assicurazioni e le adozioni, situazioni in cui il passato oncologico poteva rappresentare un ostacolo significativo.
Variazioni dei termini per l’oblio in base al tipo di tumore
Per il tumore del colon-retto e del testicolo, il decreto stabilisce che i termini per l’oblio oncologico si riducano a solamente un anno dopo la fine del trattamento per il primo stadio, indipendentemente dall’età del paziente. Questo rappresenta una notevole semplificazione rispetto ai termini generali.
Per patologie come il melanoma e il tumore al collo dell’utero nei pazienti oltre i 21 anni, i termini si abbreviano rispettivamente a 6 anni. Importante è anche la riduzione per il tumore della mammella (stadi 1 e 2), dove il termine è ora di un anno per tutte le età, un cambiamento che rispecchia l’importanza di una rapida “riabilitazione sociale” post-cura.
Inoltre, per i pazienti affetti da tumore della tiroide sotto i 55 anni (donne) e 45 anni (uomini), escludendo i tumori anaplastici, il termine di oblio è ridotto ad un anno. Questa modifica offre un notevole sollievo a chi affronta questa tipologia di cancro.
Per i linfomi di Hodgkin sotto i 45 anni e le leucemie acute di qualsiasi età, il termine si riduce a 5 anni, mostrando un’attenzione particolare verso le età più giovani e le forme più aggressive di malattia.