Ecco chi è Oleksandr Dugin, detto il “Rasputin” del Cremlino

Ecco chi è Oleksandr Dugin, detto il “Rasputin” del Cremlino

Oleksandr Dugin, il padre di Darya Dugin è soprannominato «l’ideologo di Putin» o «Rasputin», per il suo legame con il presidente russo.

Darya Dugin, la figlia dell’ideologo di Putin, è deceduta a Mosca in seguito ad un attentato: la sua auto sarebbe esplosa. La vittima è una donna di 30 anni, nota per essere una commentatrice politica e figlia di Oleksandr Dugin, detto anche l’ideologo di Putin. Darya è deceduta durante un attentato: la sua auto è esplosa mentre si trovava nella periferia di Mosca. 

Oleksandr Dugin, il padre di Darya è soprannominato «l’ideologo di Putin» o «Rasputin», per il suo legame con il presidente russo Vladimir Putin. Soprannominato anche «eminenza grigia del Cremlino», o ancora «cervello di Putin» oppure «braccio destro». In seguito all’attentato che ha provocato la morte di sua figlia, Oleksandr è stato ricoverato in ospedale. Ancora non sono note le sue condizioni. 

Noto anche per aver ricoperto la carica di ex caporedattore della rete televisiva pro-Putin Tsargrad, secondo alcune indiscrezioni potrebbe essere implicato nella situazione che ha causato il conflitto tra Russia e Ucraina. 

Non avrebbe un ruolo vero e proprio all’interno del governo, ma è comunque noto per la sua posizione politica di destra e per essere una figura influente nei confronti del presidente russo quando si tratta di propaganda. Sarebbe anche l’ideatore del termine “Novorossiya” (Nuova Russia), utilizzato da Putin per giustificare l’invasione della Crimea. 

Oleksandr è anche un filosofo noto per le sue posizioni anti-occidentali e di estrema destra. Nonostante queste precedenti affermazioni, secondo la stampa russa Dugin sarebbe soltanto una «figura marginale», in quanto le sue opinioni sono «ritenute troppo radicali anche dai nazionalisti». La sua presa di posizione nel panorama del conflitto tra Russia e Ucraina è chiaro. Dugin è stato licenziato nel 2014 dall’Università statale di Mosca dopo il suo appello a “uccidere, uccidere, uccidere” gli ucraini.   

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