Spuntano alcune chat tra Alice e la madre, che potrebbero finire in un fascicolo sulla mancata prevenzione.
“Bisogna intervenire per Alberto… sinceramente continuo ad avere paura… non me lo voglio ritrovare sotto casa a Genova“. Queste le parole di Alice Scagni, che è stata uccisa proprio davanti alla sua abitazione dal fratello il primo maggio dell’anno scorso. Questi messaggi emergono dalle conversazioni tra lei e sua madre e potrebbero essere inclusi nel dossier riguardante la mancanza di prevenzione nei confronti dell’assassino nonostante le segnalazioni fatte dalla famiglia nei giorni precedenti al crimine.
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L’importanza delle chat emerse
Secondo quanto riportato dal Secolo XIX, il procuratore capo ha dichiarato che le registrazioni delle udienze finora svolte nel processo principale, in cui è accusato solo Alberto Scagni, saranno aggiunte al fascicolo sulle presunte negligenze delle forze dell’ordine e dei psichiatri. Al momento ci sono tre indagati. Due agenti in servizio nella sala operativa della questura il giorno dell’omicidio e un medico del Centro di salute mentale della Fiumara.
Queste chat esposte nel processo risalgono ad un periodo compreso tra inizio 2022 e aprile dello stesso anno. Una delle più importanti, sempre secondo il Secolo XIX, è del 4 gennaio. “Adesso se la prende anche con Gian“, scrive Alice riferendosi a suo marito, Gianluca Calzone.
Il 10 gennaio Antonella Zarri, madre di Alice e del suo assassino, ha ufficialmente richiesto al responsabile del Dipartimento di Salute mentale di avviare un percorso di riabilitazione per Alberto. Tuttavia, la signora Zarri non ha ricevuto alcuna risposta e ha espresso il suo malcontento ad Alice.”Non me lo voglio trovare sotto casa. O mi danno una risposta altrimenti vado in commissariato, non ne posso più“.