La Corte Costituzionale decide sul caso dell’omicidio di Giulio Regeni, permettendo il processo degli imputati egiziani anche in assenza.
La lunga attesa per il processo sull’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso al Cairo nel 2016, sembra essere giunta al suo capolinea. La Corte Costituzionale ha preso una decisione chiave, dichiarando illegittimo l’art. 420-bis, comma 3, del codice di procedura penale.
Questa norma, nella sua formulazione precedente, non permetteva al giudice di procedere in assenza per i delitti commessi mediante atti di tortura quando, a causa della mancata assistenza dello Stato di appartenenza dell’imputato, non era possibile dimostrare che l’imputato fosse a conoscenza del processo in corso. La sentenza completa sarà resa pubblica nelle prossime settimane.
La reazione della famiglia Regeni
Dopo anni di attesa e di battaglie legali, la famiglia di Giulio Regeni ha accolto con favore la decisione della Corte. Hanno sottolineato come fosse inaccettabile che il processo fosse ostacolato dall’ostruzionismo del governo di al-Sisi. Questi gravi reati sono stati perpetrati sotto la sua amministrazione. La famiglia ha sempre confidato nei principi democratici italiani e ha ringraziato tutti coloro che li hanno sostenuti nel loro percorso verso la verità, in particolare la procura di Roma e il dottor Colaiocco.
L’avvocato Alessandra Ballerini della famiglia commenta: “Le torture e l’omicidio di Giulio fosse bloccato a causa dell’ostruzionismo del governo di al-Sisi. Questi terribili crimini sono stati commessi per conto della sua dittatura.” Come riferito da Sky e dall’agenzia ANSA.
Il contesto dell’omicidio
Giulio Regeni era un giovane ricercatore di Cambridge che stava studiando i sindacati indipendenti in Egitto. Il suo corpo martoriato fu ritrovato alle porte del Cairo nel febbraio 2016, mostrando segni di torture estreme. L’omicidio ha suscitato indignazione internazionale e ha messo in luce le questioni relative ai diritti umani in Egitto. La strada verso la giustizia è stata lunga e tortuosa, ma la recente decisione della Corte Costituzionale rappresenta un passo significativo verso la verità.