Le telecamere di sorveglianza di un fast food mostrano Filippo Turetta mentre impedisce a Giulia Cecchettin di usare il cellulare.
Filippo Turetta avrebbe impedito a Giulia Cecchettin di chiedere aiuto con il suo cellulare poco prima di ucciderla l’11 novembre scorso.
Secondo le immagini riprese dalle telecamere di un fast food, come riportato da Fanpage.it, l’assassino le avrebbe ordinato di non usarlo.
Questi fotogrammi, acquisiti agli atti dell’indagine, offrono uno sguardo agghiacciante sugli ultimi momenti di vita della giovane.
Caso Giulia Cecchettin: il divieto di usare il cellulare
Nel video esclusivo, si vede Filippo Turetta ordinare alla giovane di non usare il cellulare con gesti minacciosi e parole dure.
La scena si svolge all’interno di un McDonald’s, dove i due si fermarono a cenare poco prima del tragico evento.
Giulia Cecchettin è visibilmente intimorita e obbediente, seduta al tavolo mentre il giovane va a ritirare l’ordine.
“Filippo non la perde di vista lo stesso“, si legge negli atti dell’indagine. Le telecamere mostrano Turetta che controlla continuamente la giovane, mimando gesti che indicano chiaramente la sua volontà di impedire qualsiasi tentativo di chiamata di soccorso.
Dopo la rinuncia all’udienza preliminare, il processo sull’omicidio della giovane si aprirà il prossimo 23 settembre. Gravi i capi d’accusa nei confronti di Turetta che rischia l’ergastolo.
Anche il padre di Filippo Turetta nell’occhio del ciclone
Questo video, pubblicato in esclusiva dal settimanale Giallo, si aggiunge ad altre prove inquietanti. Nei giorni scorsi, sono emerse anche le frasi intercettate durante il primo colloquio tra Filippo Turetta e i suoi genitori nel carcere di Montorio a Verona.
Particolarmente scioccante è stata la dichiarazione del padre di Filippo, Nicola Turetta, che ha cercato di minimizzare l’atrocità del crimine del figlio: “Non sei l’unico, ci sono altri 200 femminicidi“.
Questa affermazione ha scatenato una serie di polemiche, costringendo Nicola Turetta a chiedere pubblicamente scusa per quelle “fesserie“.