Filippo Turetta scrive dal carcere: le lettere dell’assassino di Giulia cecchettin con il racconto di quanto fatto e vissuto.
Martedì 3 dicembre 2024 è attesa la sentenza per Filippo Turetta per l’omicidio Giulia Cecchettin. In queste ore sono venute a galla delle “memorie” del ragazzo nelle quali sono emersi dettagli di quanto accaduto. A riportare in queste ore la lettera, anzi, le lettere, del killer della povera giovane, sono stati Adnkronos e Il Mattino.
Omicidio Giulia Cecchettin: la lettera di Turetta dal carcere
“Faccio fatica a scriverlo perché adesso mi sembra ridicolo e brutto come pensiero, ma mi sembrava ingiusto che io avessi intenzione di suicidarmi e lei in questo non avrebbe vissuto e avuto alcuna conseguenza quando, secondo me, quei giorni – per la maggior parte – erano le sue scelte ad avermi portato a quella situazione”, si legge nella lettera di Turetta, una delle varie che il ragazzo ha scritto dal carcere ripercorrendo quanto accaduto nell’assassinio della povera Giulia. “E’ veramente difficile da ammettere ma la verità è che avevo pensato che avrei potuto toglierle la vita”.
In alcuni passaggi riportati nel dettaglio da Adnkronos, il giovane fa capire bene come la Cecchettin fosse diventata una vera ossessione: “Nella mia testa non ci sarebbe mai potuta essere una persona diversa da lei nella mia vita. O lei o niente“.
Le “non” scuse
“Le scuse mi sembrano così minuscole rispetto al dolore che ho causato a lei e a tante altre persone e all’ingiustizia gravissima che ho commesso. Per gli stessi motivi non ho mai chiesto perdono e non mi sentirei di farlo neanche in questo momento e non perché non sono pentito di quello che ho fatto o perché possa non interessarmi. Penso che solamente pensarci in questo momento sarebbe ridicolo e fuori luogo”.
[…] Quello che ho fatto è veramente terribile e grave e penso che sia molto, ma molto difficile perdonare delle azioni di questo genere. […] Mi dispiace. Mi dispiace infinitamente per tutto quello che ho fatto”.