Liliana Resinovich: quel "dettaglio" che l'accomuna a Emanuela Orlandi
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Omicidio Liliana Resinovich: quel “dettaglio” che l’accomuna a Emanuela Orlandi

la defunta LIliana Resinovich

Il caso Liliana Resinovich si intreccia con quello di Emanuela Orlandi: spunta un “collegamento” mentre gli inquirenti indagano sui video di Visintin.

La morte di Liliana Resinovich continua a suscitare domande senza risposte. Gli inquirenti continuano ad indagare sui debiti della vittima e ora si concentrano anche sui dettagli dei video girati da Sebastiano Visintin, suo marito e unico indagato. Un collegamento inaspettato, però, emerge tra questa vicenda e un altro caso molto noto della cronaca italiana, ovvero quello di Emanuela Orlandi. Ecco di cosa si tratta.

Pietro Orlandi

Il ruolo di Sebastiano Visintin e le incongruenze

Sebastiano Visintin, come riportato da Mowmag, continua a professarsi innocente. In diverse occasioni ha espresso il suo dolore per la perdita della moglie: “Liliana mi manca tanto“, ha detto, raccontando di essere rientrato da un viaggio tra Austria, Fano e Caorle, dove aveva celebrato anche il compleanno di Liliana il 26 aprile scorso. Nonostante prova a mantenere un profilo basso e continui a svolgere l’attività di arrotino, i dubbi sulle sue dichiarazioni aumentano.

Il “dettaglio” che accomuna Liliana Resinovich ed Emanuela Orlandi

Nel tentativo di difendersi dall’accusa di omicidio, Sebastiano Visintin ha nominato nuovi consulenti. Tra loro spiccano Michele Vitiello, informatico forense già coinvolto nelle indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Ma non solo anche Noemi Procopio, docente che aveva già partecipato allo studio del microbiota di Liliana Resinovich.

Con loro, anche il medico legale Barisani e Luciano Garofano, ex comandante del RIS. Questo pool di specialisti ha il compito di analizzare i video girati dall’uomo con una GoPro il giorno della scomparsa della moglie. Tuttavia, proprio quei filmati – che avrebbero dovuto scagionarlo – ora sollevano nuovi sospetti.

A segnalare anomalie è stato Paolo Ferrini, youtuber toscano che ha studiato attentamente le registrazioni fornite dal marito della vittima alla procura. Ha riscontrato discrepanze: la bicicletta percorrerebbe 500 metri in 18 secondi e, in un altro filmato, 800 metri in appena 13 secondi. Una velocità incompatibile con una normale pedalata. “C’è stata post produzione per tagliare qualcosa“, ha concluso.

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ultimo aggiornamento: 29 Aprile 2025 17:23

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