Gli imputati, accusati dell’omicidio di Luca Sacchi del 2019, dichiarano di soffrire di claustrofobia e si rinvia l’udienza di oggi.
Era prevista per oggi l’udienza per l’omicidio di Luca Sacchi, il personal trainer 24enne morto a Roma nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 2019. I due imputati hanno rifiutato di recarsi in tribunale in quanto soffrirebbero di claustrofobia, e non era stato predisposto né un mezzo della polizia più ampio né un videocolegamento per partecipare all’udienza.
Valerio Del Grosso, è stato condannato a 27 anni con l’accusa di essere autore materiale del delitto, condannato in primo grado a 27 anni, il complice Paolo Pirino invece era stato condannato a 25 anni. Entrambi dovevano comparire davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Roma, ma hanno voluto evitare di avere crisi di claustrofobia sulla camionetta penitenziaria, risultata troppo piccola per la loro claustrofobia.
Le ricostruzioni
Luca Sacchi, nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 2019, si trovava in un pub, nella zona di Colli Albani, quando è stato ucciso con un colpo di pistola. In seguito alle attività investigative, i giudici della Corte di Assise avevano condannato in primo grado Valerio Del Grosso, accusato come l’autore dell’omicidio, e Paolo Pirino che consegnò l’arma del delitto.
Condannati anche Marcello De Propris (anche lui a 25 anni) e la findanza di Luca Sacchi, Anastasiya Kylemnyk, accusata di violazione della legge sugli stupefacenti e condannata a tre anni. È giunta invece l’assoluzione di Armando De Propris.
In seguito alla scelta degli imputati di non partecipare all’udienza di oggi, i genitori di Sacchi presenti in Tribunale hanno espresso i loro dubbi. “Pirino e Del Grosso soffrono di claustrofobia? Se lo dice un medico va bene, ma quando erano in due nella Smart e hanno ucciso mio figlio non soffrivano di claustrofobia?”, ha commentato il padre di Luca.