Omicidio Matteuzzi: “Massacrata”. L’ultima perizia inchioda Padovani

Omicidio Matteuzzi: “Massacrata”. L’ultima perizia inchioda Padovani

Nuovi dettagli sull’omicidio Matteuzzi. La povera Alessandra è stata massacrata da Padovani. L’ultima perizia l’ha ulteriormente inchiodato.

Ancora un risvolto sulla terribile vicenda dell’omicidio Matteuzzi. La povera Alessandra è stata massacrata da Giovanni Padovani e l’ultima perizia effettuata sull’uomo ha dato un esito che non lascia dubbi relativamente alle sue capacità di intendere e di volere.

Omicidio Matteuzzi: la perizia su Padovani

Nessuna scusa e nessuno sconto. Giovanni Padovani aveva la piena capacità di intendere e di volere nel momento in cui ha deciso di uccidere a martellate l’ex fidanzata Alessandra Matteuzzi.

L’omicidio della povera Alessandra, che risale ad agosto 2022, vede una nuova certezza derivante dall’esito della perizia psichiatrica fatta all’aggressore.

I periti Pietro Pietrini e Giuseppe Sartori, coadiuvati da Cristina Scarpazza, incaricati dalla corte d’assise di Bologna di stilare una perizia psichiatrica sull’uomo sono giunti alla conclusione che l’assassino “non presentava alcuna condizione di infermità di mente tale da incidere in maniera significativa sulla sua capacità di intendere o di volere”. C’era, quindi, la “piena capacità di intendere al momento della commissione del reato”.

Per l’omicida, quindi, nessun vizio di mente come, per altro, già affermato anche in una precedente perizia. L’uomo era consapevole che il suo comportamento rappresenta una violazione alla morale naturale. Inoltre, secondo i periti, anche rispetto alla capacità di volere, era in grado di trattenere l’impulso aggressivo. Questo sarebbe stato dimostrato dal fatto che non aggredì Alessandra Matteuzzi subito, a mani nude, ma si aiutò andando a prendere il martello che in precedenza aveva nascosto.

Padovani in carcere

Per Padovani, quindi, la situazione si aggrava. L’uomo resterà in carcere e non riceverà neppure il trasferimento che aveva richiesto per spostarsi in una Reims, ovvero una struttura per l’esecuzione delle misure di sicurezza.

Infatti, la Corte ha respinto un’istanza della difesa e anche la Procura aveva già dato parere contrario al suo trasferimento.

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