Torino, il killer dei Murazzi doveva essere in carcere per una condanna per maltrattamenti in famiglia. Ma l’ordine di arresto non è mai stato emesso.
Si arricchisce di particolari l’omicidio ai Murazzi di Torino, dove Said Mechaquat ha ucciso Stefano Leo con un fendente tirato con un coltello da cucina. L’assassino, stando a quanto emerso in seguito alla sua confessione, arrivata a mesi di distanza dall’assassinio, era stato condannato a diciotto mesi di detenzione per maltrattamenti domestici. Quel maledetto sabato 23 febbraio Said doveva essere in carcere.
Omicidio Murazzi Torino, il killer doveva essere in carcere per una condanna per maltrattamenti in famiglia
Qualcosa invece non ha funzionato nella macchina della giustizia italiana e sta al ministero capire dove si stato l’intoppo. Emersa la notizia, il caso è stato affidato agli ispettori ministeriali che dovranno capire il motivo per il quale Said Mechequat non si trovava in carcere nonostante la sentenza di condanna.
Omicidio Stefano Leo, indagano gli ispettori ministeriali
Stando a quanto emerso, la Procura non avrebbe mai ricevuto gli atti per disporre l’arresto dell’uomo dopo la condanna. Il fascicolo sull’uomo si sarebbe perso negli uffici del Palazzo di Giustizia. L’ordine di arresto non sarebbe mai stato emanato e, ovviamente, non è mai stato eseguito.
Omicidio a Torino, Stefano Leo accoltellato dopo una delusione amorosa
Gli inquirenti continuano intanto a indagare sull’omicidio di Stefano Leo. L’assassino reo confesso ha fatto sapere di essere disperato in seguito alla separazione dalla moglie e avrebbe voluto colpire un giovane come lui, possibilmente italiano, per fargli perdere la gioia che lui aveva perso. Il movente, agli occhi degli investigatori, sembra debole ma non impossibile.