Omicidio Paolo Eletti, la confessione del figlio Marco

Omicidio Paolo Eletti, la confessione del figlio Marco

Colpo di scena durante il processo dell’omicidio di Paolo Eletti, in cui il figlio Marco decide di confessare al giudice.

Risale al 24 aprile 2021 il caso di Paolo Eletti, il 58enne ucciso a San Martino in Rio, nel Reggiano. Durante il processo dell’omicidio il figlio Marco confessa, con la possibilità di poter accorciare il processo stesso. Il 33enne ha ammesso le sue colpe davanti al giudice Cristina Beretti e alla giuria popolare: “Devo ammettere sia a voi sia a me stesso, le responsabilità che ho sull’accaduto”.

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La confessione

Marco Eletti confessa la responsabilità che ha sul dilitto del padre, per togliersi questo peso che lo opprime. “Devo ammettere sia a voi sia a me stesso, le responsabilità che ho sull’accaduto. Un peso con il quale non è facile confrontarsi, un peso che ti opprime e che ti spinge in un baratro”, dichiara.

Il ragazzo ha ucciso il padre a martellate, che si scopre poi non essere suo padre naturale. Vittima del caso è stata anche sua madre, Sabrina Guidetti (parrucchiera locale), che fu trovata dai soccorritori narcotizzata e con i polsi tagliati nel garage. Al suo fianco, il cadavere del marito Paolo con la testa fracassata a martellate. La donna lavorava come parrucchiera mentre l’uomo era da poco disoccupato.

A dare l’allarme ai Carabinieri invece fu proprio loro figlio, che lavorava in un’azienda di Rubiera ma viveva a Reggio Emilia con la compagna. Alle forze dell’ordine aveva dichiarato di aver mangiato a pranzo dai suoi genitori e di esserci ritornare per prendere il portafoglio dimenticato, trovando così i loro corpi. Tuttavia, il peso è stato troppo grande da sopportare e così Marco Eletti ha deciso di raccontare tutta la verità sull’accaduto.

L’accusa

Marco è stato accusato di premeditazione, futili motivi e mediante l’utilizzo di sostanze venefiche e mezzi insidiosi. Secondo l’accusa il movente del gesto violento potrebbe essere stata la scoperta di una doppia vita legata a un’altra identità di genere del padre.

Tra le ipotesi ci sono anche a questioni inerenti alla casa di famiglia che i genitori non volevano lasciare, ma che il figlio avrebbe voluto ereditare sin da subito. La madre ha perdonato il figlio e poco prima della prima udienza, lo scorso 18 novembre, lo aveva abbracciato. 

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