Omicidio Pierina Paganelli: anche la moglie di Dassilva nel mirino degli inquirenti

Omicidio Pierina Paganelli: anche la moglie di Dassilva nel mirino degli inquirenti

Il caso di Pierina Paganelli si complica: la moglie di Dassilva è indagata per stalking verso Manuela Bianchi, presunta amante del marito.

L’intricata vicenda dell’omicidio di Pierina Paganelli si arricchisce di nuovi sviluppi, con l’apertura di un filone di indagine parallelo che coinvolge Valeria Bartolucci, moglie di Louis Dassilva.

La donna è stata recentemente accusata di stalking nei confronti di Manuela Bianchi, nuora della vittima e presunta amante del marito. Cosa succederà lunedì?

Omicidio Pierina Paganelli: le accuse di Manuela Bianchi

Come riportato Fanpage.it, lunedì 5 agosto la moglie di Louis Dassilva verrà ascoltata dagli inquirenti. La causa è la denuncia per stalking da parte della nuora di Pierina Paganelli.

Manuela Bianchi ha denunciato alle autorità presunti comportamenti persecutori da parte di Valeria Bartolucci. Questi sarebbero iniziati dopo la scoperta della relazione extraconiugale con il marito.

L’escalation delle tensioni è culminata in un’aggressione avvenuta nel garage del condominio di via del Ciclamino, dove entrambe le donne risiedono.

Qui, la Bianchi sarebbe stata verbalmente aggredita e avrebbe trovato frasi ingiuriose scritte sui muri, atti che la donna ha collegato alla Bartolucci.

La querelante sostiene che questi episodi siano solo la punta dell’iceberg di una serie di atti persecutori che hanno avuto luogo in seguito alla scoperta del suo legame con Dassilva.

Questo stesso legame, secondo gli inquirenti, potrebbe essere la motivazione dietro l’omicidio di Pierina Paganelli, uccisa a coltellate il 4 ottobre 2023.

Al momento l’unico sospetto è proprio il marito di Valeria Bartolucci, recentemente arrestato per l’omicidio.

La difesa della moglie di Louis Dassilva

Valeria Bartolucci, dal canto suo, si è resa disponibile a rispondere a tutte le domande degli inquirenti, come già fatto in precedenti interrogatori in qualità di persona informata sui fatti.

Il suo avvocato ha dichiarato: “Nel comportamento della mia assistita non vedo il dolo, la unicità del disegno criminoso, la volontà di perseguitare, bensì la reazione è chiaramente umana davanti alle vicende subite. Umanamente è palese“.

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