Omicidio Pierina Paganelli: le telecamere “incastrano” Louis Dassilva

Omicidio Pierina Paganelli: le telecamere “incastrano” Louis Dassilva

Potrebbero essere state le telecamere ad aver “incastrato” Louis Dassilva, primo indagato per l’omicidio Pierina Paganelli. Le novità sul caso.

Dopo 8 mesi dall’omicidio Pierina Paganelli, la 78enne uccisa a Rimini a coltellate nel condominio di via del Ciclamino, potrebbero esserci ora delle novità. Dopo l’iscrizione nel registro degli indagati di Louis Dassilva, ecco possibibili novità che potrebbero arrivare grazie ai filmati di alcune telecamere che avrebbero “incastrato” appunto l’attuale unico indagato per l’assassinio della donna.

Omicidio Pierina Paganelli: Dassilva e le telecamere

Ad analizzare il caso legato alla morte della povera Pierina ci ha pensato ‘Quarto Grado’, trasmissione di Rete 4, che ha messo in evidenza come ad aver “incastrato” Dassilva portandolo ad essere inserito nel registro degli indagati, sarebbero stati i filmati realizzati da due telecamere di videosorveglianza nei pressi dello stabile di via del Ciclamino.

Da quanto si apprende, la prima telecamera di sorveglianza sarebbe quella di una farmacia poco lontana dalla zona. In questo senso, il dispositivo avrebbe ripreso Dassilva mentre percorreva la strada dall’attività commerciale al condominio con indosso dei vestiti diversi da quelli che l’uomo ha consegnato agli inquirenti a novembre.

Ci sarebbe, poi, una seconda telecamera interna alla famacia. Qui, nei filmati, stando a quanto affermato a ‘Quarto Grado’ e ripreso da Fanpage, apparirebbe un uomo molto alto (della stessa altezza di Dassilva) che porta via un sacchetto della spazzatura, forse l’arma del delitto usata per uccidere Pierina.

Parla Loris, fratello di Manuela Bianchi

Al netto di quelle che sarebbero le ipotesi sulle telecamere, durante la puntata di ‘Quarto Grado’ è stato intervistato anche il fratello di Manuela Bianchi, la donna con la quale aveva avuto una relazione extraconiugale, Loris, che ha sottolineato di credere all’innocenza di Louis. “Essere indagati non vuol dire per forza essere colpevoli e fino alla prova contraria, io credo alle sue parole e non mi sento di condannarlo. Sino a che non si arriva alla condanna o alla certezza non mi sento di condannarlo. La sua posizione di indagato non mi ha fatto cambiare idea su di lui”.

Argomenti