Il giallo sull’omicidio di Pierina Paganelli si infittisce: dal tonfo udito alle 22:30 all’ascensore bloccato.
L’omicidio di Pierina Paganelli, avvenuto il 3 ottobre 2023 a Rimini, continua a essere avvolto nel mistero. Tra gli elementi più enigmatici emersi durante la puntata di Storie Italiane, spicca un misterioso tonfo udito alle 22:30. Ovvero poco dopo l’ora presunta del delitto, proveniente dal terzo piano del palazzo.
Questo aspetto, come riportato da Il sussidiario, si aggiunge a un quadro complesso e al mistero dell’ascensore bloccato.
Pierina Paganelli: il tonfo dal terzo piano e le testimonianze dei vicini
Una condomina del secondo piano ha riferito agli inquirenti di aver sentito un tonfo alle 22:30, che sembrava provenire dal piano superiore, dove abitano Louis Dassilva e sua moglie Valeria.
Secondo Monica Arcadio, ospite di Storie Italiane, la testimone sarebbe certa del rumore, descritto come “un oggetto pesante che cade“. Tuttavia, i due sostengono di essere già a letto a quell’ora, aprendo interrogativi sulla natura e sull’origine di quel suono.
Il dettaglio è particolarmente rilevante perché Pierina Paganelli sarebbe stata uccisa alle 22:13, secondo le ricostruzioni investigative. “Sono le 22:30 quindi si gioca tutto sul filo dei minuti. Alle 22:13 la morte, alle 22:17 l’uomo che passa davanti alla Cam 3 e poi alle 22:30 il rumore“, aggiunge Arcadio.
L’ascensore bloccato e il possibile complice
Un altro elemento cruciale riguarda l’ascensore dello stabile, aggiunge Il Sussidiario, bloccato la sera del delitto. Una condomina del primo piano, rientrata da una riunione, ha raccontato di aver trovato la pulsantiera fuori uso alle 22:16.
“Io mi rifaccio a quello che dice il pm, che contesta a Louis Dassilva l’omicidio di impeto ma secondo me sulla scena del crimine vi sono collocati almeno due soggetti“, interviene in collegamento Davide Barzan.
Aggiunge: “C’è qualcuno che blocca l’ascensore con un nastro isolante, mettendolo fuori uso, la fotocellula è stata messa per bloccare l’ascensore, ferma al piano meno uno“.
L’esperto ha infine sottolineato un dettaglio inquietante: sulla scena del crimine sono stati rinvenuti due DNA femminili, escludendo però la moglie di Dassilva e Manuela Bianchi.