La Cassazione ha confermato l’ergastolo a Vincenzo Virga, ritenuto il mandante dell’omicidio di Mauro Rostagno nel 1988.
ROMA – Il processo per l’assassinio di Mauro Rostagno vive un’altra puntata a 32 anni da quel 28 settembre 1988. La Corte di Cassazione ha infatti confermato la condanna all’ergastolo per Vicenzo Virga, il boss di Trapani ritenuto il mandante dell’omicidio del sociologo e giornalista. Respinto invece il ricorso della Procura di Palermo contro l’assoluzione pronunciata in appello in favore del presunto killer Vito Mazzara.
Mauro Rostagno e Cosa Nostra
Il Pg della Suprema Corte aveva chiesto di annullare il proscioglimento di Mazzara. Anche in appello, sulla scorta di quanto accertato in primo grado, era stata confermata con la condanna del mandante all’ergastolo e nonostante l’assoluzione del presunto sicario, la tesi che Mauro Rostagno venne eliminato perché dagli schermi di un’emittente locale aveva alzato il velo sugli interessi di Cosa nostra a Trapani, intrecciati con la politica, gli affari e i poteri occulti.
L’omicidio ordinato da Vincenzo Virga
Vincenzo Virga, ritenuto la figura centrale della regia del delitto, trent’anni fa era il rappresentante “provinciale” della cupola mafiosa. Mauro Rostagno era divenuto figura scomoda per le cosche e così il 26 settembre 1988, a Lenzi di Valderice, nel Trapanese, il 46enne viene assassinato brutalmente. I sicari mafiosi gli spararono con un fucile a pompa calibro 12, che scoppiò in mano ad uno degli assassini, e una pistola calibro 38. Rostagno venne prima colpito in auto e poi finito. Prima di morire riuscì a fare rannicchiare e a salvare la segretaria Monica Serra che era al suo fianco.