Omicidio Mollicone, nella giornata di oggi la sentenza 

Omicidio Mollicone, nella giornata di oggi la sentenza 

Questo pomeriggio si terrà la sentenza sul caso dell’omicidio della 18enne Serena Mollicone. Richiesta la pena di 30 anni di carcere.

La pm ha richiesto la pena di 30 anni di carcere nei confronti dell’ex maresciallo Franco Mottola, 21 per la moglie e 24 per il figlio, indagati sul caso dell’omicidio di Serena Mollicone. In aula durante la sentenza ci saranno anche i genitori di Marco Vannini, ucciso nel 2015 a Ladispoli. 

Secondo la requisitoria del pm di Cassino, il segno sulla porta dell’alloggio dei Mottola sarebbe compatibile con la ferita rivenuta sul cranio della 18enne Serena Mollicone, uccisa 21 anni fa. A permettere il riscontro una ricostruzione in 3D. Secondo gli inquirenti, uno dei responsabili dell’omicidio di Serena è Marco Mottola, il figlio del maresciallo della stazione dei carabinieri di Arce.  

La vicenda

Serena Mollicone “salì nella Ypsilon 10 bianca di Marco Mottola”, uno dei quattro indagati del caso, “per un passaggio. Si fermò al bar dove fu vista litigare con lui e poi in piazza”. Le indagini per l’omicidio di quella ragazza che ai tempi aveva soltanto 18 anni, giungono finalmente al penultimo atto, dopo ben 21 anni di attesa. 

La sentenza si terrà durante questo pomeriggio del 15 luglio, nel tribunale di Lazio. Presenzierà l’intera famiglia: saranno presenti anche i genitori di Valerio e Marina Vannini, i genitori di Marco. La difesa dei Mottola. 

La pm, in sede di requisitoria, ha dichiarato: “Santino Tuzi si è suicidato perché lasciato solo”.  Vincenzo Quatrale, è stato ascoltato attraverso delle intercettazioni. Da queste ultime sono emerse le conversazioni fatte con il brigadiere Santino Tuzi, che si è ucciso con un colpo di pistola l’11 aprile del 2008.  

Tuzi si era confidato con l’uomo: “Quella mattina vidi entrare una ragazza, ma non ne ho parlato con nessuno”. In risposta, l’ex comandante ha chiesto: “Ma una ragazza o Serena?” Il brigadiere ha risposto di non ricordare. Così Quatrale asserì: “Santi’, tu puoi dire questo qua però, eh, rifletti pure che comunque chi stava co’ te… eh… metti in mezzo ai pasticci nel momento in cui dici: “non ricordo. Non ricordo”. 

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