L’omicidio Sharon Verzeni e il processo a Moussa Sangare. Caos in aula con il pm che ha zittito l’imputato in modo deciso.
A settembre lo psichiatra consulente di parte civile aveva analizzato il comportamento di Moussa Sangare nel caso dell’omicidio Sharon Verzeni dando una visione piuttosto netta. La stessa è stata ribadita in queste ore in aula dove il pm ha chiesto per l’uomo l’ergastolo. Durante l’udienza, non sono mancati anche momenti di alta tensione.
Omicidio Sharon Verzeni: chiesto ergastolo per Moussa Sangare
Prosegue il processo ai danni di Moussa Sangare per l’omicidio Sharon Verzeni, uccisa in strada a Terno d’Isola, nella Bergamasca, la notte tra il 20 e il 30 luglio del 2024. Il pm Emanuele Marchisio ha chiesto l’ergastolo per il 30enne originario del Mali imputato davanti alla Corte d’Assise di Bergamo per il delitto della povera 33enne. Nel corso del suo intervento, il pubblico ministero ha spiegato che in questo processo “non mancano le prove, ma le parole per descrivere “un reato assurdo”. E ancora: “Verrebbe da dire ‘vergogna’”.
“Provò piacere”: caos in aula su Sangare
Sempre a margine dell’udienza, il pm ha mostrato alcuni fotogrammi che immortalavano la fuga di Sangare dal luogo del delitto in sella ad una bicicletta. Stando al pm, l’omicidio arrivò in quanto “maturato nella noia” e l’imputato “provò piacere a uccidere una ragazza che stava camminando per strada”.
Mentre il pubblico ministero parlava, il diretto interessato ha provato ad interromperlo provocando la forte reazione del pm che lo ha zittito intimandogli di tacere: “Stia zitto, ora parlo io”, le parole riprese anche da Il Giornale sull’accaduto. Sulla richesta di ergastolo a Sangare, ha detto la sua anche il padre della ragazza, presente in aula con la moglie, i fratelli e il fidanzato di Sharon. “Penso che sia la cosa giusta (la richiesta di ergastolo ndr), visto quello che ha raccontato anche il pm”.
