Omicidio Sharon Verzeni, clamoroso: ritrovata l’arma sospetta

Omicidio Sharon Verzeni, clamoroso: ritrovata l’arma sospetta

Le indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni si intensificano con il ritrovamento di un coltello insanguinato a Terno d’Isola.

Un coltello sporco di sangue, compatibile con le ferite inflitte a Sharon Verzeni, è stato ritrovato a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo. Secondo quanto riportato da Repubblica, sebbene gli inquirenti non abbiano confermato né smentito il ritrovamento, la scoperta potrebbe rappresentare una svolta cruciale nelle indagini sull’omicidio della giovane donna.

Ritrovamento del coltello e ipotesi degli inquirenti

Il coltello è stato trovato casualmente da un passante nei pressi di un’area verde a Terno d’Isola. La lama presenta tracce di una sostanza rossastra che sembrerebbe essere sangue, compatibile con le ferite riscontrate sul corpo di Sharon Verzeni. Gli inquirenti stanno ora effettuando analisi dettagliate per verificare se il sangue appartenga alla vittima e per cercare eventuali tracce di DNA che potrebbero portare all’identificazione dell’assassino.

Il ritrovamento dell’arma del delitto rappresenta un elemento chiave nell’inchiesta, che finora ha incontrato non poche difficoltà. La notte dell’omicidio, avvenuto tra il 29 e il 30 luglio, Sharon Verzeni è stata brutalmente aggredita mentre si trovava all’aperto. La giovane, una barista di Brembate ed ex estetista, aveva deciso di uscire per una passeggiata notturna, lasciando il compagno a casa. È stata lei stessa a chiamare i soccorsi, ma non ha avuto la possibilità di identificare il suo aggressore prima di soccombere alle ferite.

Sequestrato un box: nuovi sviluppi nelle indagini

Nei giorni scorsi, un box situato nei pressi del luogo del ritrovamento del coltello è stato posto sotto sequestro. All’interno è stata trovata una branda, suggerendo che l’assassino potrebbe aver usato il box come nascondiglio. Il garage appartiene a un cittadino italiano residente in un condominio vicino. La recinzione che lo separa dall’esterno è facilmente superabile, il che fa pensare che l’assassino possa essersi introdotto nel box la notte dell’omicidio.

Purtroppo, l’assenza di telecamere di sorveglianza nella zona di via Castegnate complica ulteriormente le indagini. Tuttavia, i vestiti di Sharon e i campioni di materiale biologico raccolti durante l’autopsia sono stati inviati ai Carabinieri del RIS per analisi approfondite. Gli investigatori sperano che queste prove possano fornire indizi cruciali e portare alla risoluzione del caso.