Omicidio Sharon Verzeni, dettaglio shock sul killer: “Si era esercitato su una statua”

Omicidio Sharon Verzeni, dettaglio shock sul killer: “Si era esercitato su una statua”

Nuovi dettagli sull’omicidio Sharon Verzeni: il killer Moussa Sangare ha confermato l’assassinio nel primo interrogatorio.

Il caso dell’omicidio di Sharon Verzeni continua a far discutere. Oggi si è svolto il primo interrogatorio del killer, Moussa Sangare, assassino della 33enne di Terno d’Isola. Oltre ad aver confermato la versione precedentemente rilasciata alle autorità, sarebbero stati svelati nuovi dettagli terribili relativi ai momenti precedenti alla notte tra il 29 e il 30 luglio scorsi, quando è stato commesso il delitto.

Omicidio Sharon Verzeni, il primo interrogatorio

Nuovi dettagli sono arrivati a proposito dell’omicidio Sharon Verzeni. Il killer Moussa Sangare ha confermato nel corso del primo interrogatorio quanto già affermato al momento della confessione del delitto. “Ho ucciso Sharon senza motivo”, ha ribadito. Ma non solo. L’uomo avrebbe sentito “una sensazione strana” che lo “ha spinto a farlo”.

Sangare ha quindi confermato quanto affermato in principio al momento della confessione. Con il killer della 33enne di Terno d’Isola, ad assistere all’interrogatorio, nel penitenziario di via Gleno, era presente anche il pm che ha coordinato le indagini Emanuele Marchisio.

Il dettaglio sulle prove sulla statua

Tra gli altri dettagli relativi al caso, Sangare avrebbe parlato anche di qualcosa di molto particolare che sarebbe avvenuto prima di quella notte del delitto. Pare, infatti, come riportato anche da Il Giornale e da Il Fatto Quotidiano, che l’assassinio si sia “esercitato” prima di uccidere la Verzeni tramite una specie di statua.

La testimonianza sugli ultimi momenti di vita di Sharon

Nelle ultime ore, inoltre, sono venute a galla ulteriori testimonianze da parte di chi avrebbe visto gli ultimi attimi di vita della Verzeni. Una donna, rimasta anonima, ha parlato al Tg1 raccontando: “Ho sentito le sue grida d’aiuto. Solo che la seconda era un lamento più sofferente”, ha detto. E ancora. “Ho visto la ragazza crollare a terra. Di schiena, all’indietro […] Si è rigirata sul fianco ed è rimasta in quella posizione. Poi ho visto il sangue che usciva“.

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