Omicidio Yara Gambirasio: tutti i dubbi che lascia la serie tv

Omicidio Yara Gambirasio: tutti i dubbi che lascia la serie tv

I momenti cruciali del caso Yara Gambirasio, dalla scomparsa nel 2010 alla scoperta di Ignoto 1, narrati in 10 punti chiave.

Il caso di Yara Gambirasio, una vicenda che ha scosso l’Italia, è tornato alla ribalta con la nuova docuserie Netflix “Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio”. La serie, ripercorre in cinque episodi la tragica storia della giovane ginnasta scomparsa nel novembre 2010. Ecco i dieci momenti chiave di questo caso che ha coinvolto l’opinione pubblica italiana.

Massimo Bossetti

Il giorno della scomparsa

Il 26 novembre 2010, Yara Gambirasio, una ginnasta tredicenne di Brembate di Sopra (Bergamo), esce di casa verso le 17:30 per recarsi in palestra. Deve consegnare uno stereo alle allenatrici e si trattiene nel centro sportivo fino alle 18:25. Da quel momento, di lei si perde ogni traccia. I genitori, preoccupati, avvertono immediatamente le forze dell’ordine, escludendo subito la possibilità di un allontanamento volontario.

funerali Yara Gambirasio

I messaggi sul telefono, testimoni e le prime indagini

Le indagini sul traffico telefonico di Yara rivelano che il suo cellulare ha inviato e ricevuto messaggi tra le 18:25 e le 18:44, periodo in cui si trovava presumibilmente ancora in palestra. Successivamente, il cellulare aggancia diverse celle: Ponte San Pietro alle 18:44, Mapello alle 18:49 e Brembate di Sopra alle 18:55, prima di spegnersi definitivamente.

Le testimonianze raccolte non sono univoche: alcuni affermano di aver visto Yara negli spogliatoi, altri no. Purtroppo, le telecamere del centro sportivo non erano attive. Nei giorni seguenti, le ricerche con cani molecolari portano a un cantiere a Mapello. Viene arrestato un muratore marocchino, Mohammed Fikri, che si rivela estraneo ai fatti dopo un errore di traduzione di un’intercettazione telefonica.

Il ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio: ignoto 1, l’indagine genetica e l’arresto di Massimo Bossetti

Il 26 febbraio 2011, il corpo di Yara viene ritrovato da un aeromodellista in un campo a Chignolo d’Isola. L’autopsia rivela che è morta di freddo, dopo essere stata colpita con oggetti da punta e da taglio. La data del decesso è stimata al giorno della scomparsa.

Sugli indumenti di Yara vengono trovate tracce biologiche che portano a un profilo genetico maschile, Ignoto 1. Vengono effettuati migliaia di test del DNA su uomini della zona e oltre. Nel 2012, un collegamento tra un frequentatore di una discoteca vicino al luogo del ritrovamento e Ignoto 1 porta a ulteriori indagini.

Dopo un’indagine complessa, si scopre che Ignoto 1 è figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, un autista di bus deceduto nel 1999. La madre viene identificata, e il muratore Massimo Bossetti viene fermato con il pretesto di un test etilometrico. Il suo DNA corrisponde a quello di Ignoto 1.

Massimo Bossetti viene arrestato il 16 giugno 2014 e processato per l’omicidio di Yara. Il processo, iniziato il 26 febbraio 2015, vede Bossetti condannato all’ergastolo in primo e secondo grado. La condanna viene confermata dalla Corte di Cassazione nell’ottobre 2018. Bossetti si dichiara tuttora innocente e sconta la pena nel carcere di Bollate, Milano.