In seguito alla decisione del governo di porre una stretta sui viaggi delle Ong, Medici senza frontiere ha rotto il silenzio.
Il governo ha annunciato una nuova stretta in arrivo per quanto riguarda la gestione delle Ong e lo sbarco dei migranti. Con molta probabilità, il governo deciderà di apportare uno o più decreti sicurezza. Assume particolare rilievo la tematica dello sbarco dei migranti. L’intento di Palazzo Chigi è quello di istituire un nuovo codice per le Ong che effettuano salvataggi nel Mediterraneo.
L’intervento di Medici senza frontiere
Secondo quanto stabilito dal nuovo governo Meloni, le navi Ong che effettueranno i soccorsi in mare dovranno essere “in possesso dei requisiti di idoneità tecnico-nautica alla sicurezza della navigazione”. In questa situazione Medici senza frontiere ha fatto sapere la sua posizione: «Siamo pronti a salpare domani da Augusta per tornare a navigare nel Mediterraneo con la Geo Barents. Salvare vite umane è il nostro imperativo» mentre «la strategia del governo ha l’obiettivo di ostacolare le attività di ricerca e soccorso», spiega la Ong.
Annika Fischer, membro del consiglio di amministrazione dell’organizzazione, ha ribadito: «Non seguiremo alcun codice di condotta illegale o qualsiasi altra direttiva ufficiale che violi il diritto internazionale o le leggi del nostro Stato di bandiera, nel nostro caso la Germania. Rifiutiamo questo cosiddetto codice e ci aspettiamo che il governo tedesco ci protegga» .
Dopo la stretta è intervenuto anche Armando Spataro, membro del Comitato per il soccorso di sicurezza in mare. «Davanti all’ultimo dei decreti sicurezza, non resta che rispolverare “la disobbedienza civile”. Sono convinto che non serve alcuna autorizzazione per salvare vite».
Le sanzioni e la confisca
Nel caso di mancato rispetto è prevista una sanzione che può ammontare fino a 50mila euro, nonché il fermo amministrativo della nave fino a due mesi, che può anche concludersi in una vera e propria confisca del mezzo. Le sanzioni in questione sono rivolte al comandante della nave e in solido, all’armatore e al proprietario.
Le sanzioni sono destinate all’armatore e al comandante della nave nel caso in cui “non forniscono le informazioni richieste dalla competente autorità nazionale per la ricerca e il soccorso in mare o non si uniformano alle indicazioni della medesima autorità”.