L’ONU lancia un allarme: entro il 2029 potremmo superare i +1,5 gradi rispetto all’epoca preindustriale con conseguenze irreversibili.
Mentre il ponte del 2 giugno sarà rovinato dal meteo in alcune regioni d’Italia, a livello globale l’ONU profila uno scenario ben più grave. Un nuovo rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale ha infatti rivelato che nel prossimo quinquennio esiste una probabilità del 70% che la temperatura media globale superi la soglia critica di +1,5 °C rispetto all’epoca preindustriale. Si tratterebbe di un passo decisivo verso un “mondo inesplorato e sconosciuto“, con impatti potenzialmente irreversibili.

Crisi climatica: la previsione dell’ONU entro il 2029
Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato. Un primato che – secondo l’Omm – potrebbe essere superato da almeno un anno tra il 2025 e il 2029. Ma è il dato sulla media quinquennale a preoccupare di più: il 70% di possibilità che venga superata la soglia di +1,5 °C rispetto al periodo 1850-1900.
Questa previsione, elaborata grazie ai dati del Met Office del Regno Unito, rappresenta un’accelerazione allarmante rispetto al 47% stimato per il periodo 2024-2028 e al 32% per quello 2023-2027. Durante il quinquennio in esame, la temperatura media annua potrebbe variare tra +1,2 °C e +1,9 °C, con l’86% di probabilità che almeno un anno risulti più caldo di +1,5 °C.
Le conseguenze irreversibili per la Terra
Superare in modo stabile la soglia dei +1,5 °C potrebbe innescare una serie di eventi climatici estremi e dannosi su scala globale. Con tale aumento, le ondate di calore estremo potrebbero diventare fino a nove volte più frequenti nei prossimi cinquant’anni, con una maggiore probabilità – quadruplicata – per quelle più intense. Le stime indicano che ben 4 miliardi di persone saranno esposte a rischi da calore potenzialmente mortale.
Anche il livello del mare è destinato a salire, fino a 40 centimetri, con effetti catastrofici soprattutto per le nazioni insulari del Pacifico, ma anche per le grandi città costiere. Le mareggiate e le inondazioni, già oggi frequenti, diventeranno molto più distruttive. Allo stesso tempo, si assisterà a una drastica riduzione della biodiversità. Tutto ciò potrebbe generare migrazioni di massa e conflitti per l’accesso alle risorse vitali. Secondo l’Omm, però, non tutto è ancora perduto. Esisterebbe ancora una finestra per evitare il superamento permanente della soglia critica.