Caso Open Arms, la difesa di Salvini: “Italia non aveva obblighi”

Caso Open Arms, la difesa di Salvini: “Italia non aveva obblighi”

Migranti, la difesa di Matteo Salvini sul caso della Open Arms: ‘Paradossale parlare di sequestro di persona, il caso non era di competenza dell’Italia”.

Chiuso al Senato il caso Gregoretti, Matteo Salvini si trova a dover fronteggiare il caso Open Arms, per cui rischia un altro processo per sequestro di persona.

fonte foto https://twitter.com/MariaEugeniaGay

Caso Open Arms, la difesa di Matteo Salvini

“La Open Arms doveva andare in Spagna o a Malta, ma il comandante della nave ha deliberatamente rifiutato il Pos indicato successivamente da Madrid, perdendo tempo prezioso al solo scopo di far sbarcare gli immigrati in Sicilia. Come già aveva fatto nel marzo 2018 ricavandone un processo per violenza privata e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”, recita la memoria difensiva di Matteo Salvini.

L’ex ministro degli Interni ha poi ripercorso il caso della Open Arms e i contatti con Malta, da considerarsi come il porto sicuro più vicino.

“I primi Paesi contattati e informati da Open Arms dopo le operazioni di salvataggio erano stati la Spagna e Malta. L’Italia non aveva alcuna competenza e alcun obbligo con riferimento a tutti i salvataggi effettuati dalla nave spagnola Open Arms in quanto avvenuti del tutto al di fuori di aree di sua pertinenza”.

Per questo motivo, secondo Salvini, “non può ricadere sullo Stato italiano l’onere di una risposta di competenza di altri Stati. Open Arms poteva dirigersi verso altri Paesi che avevano l’obbligo di accoglierla”.

Roma 10/09/2019 – voto sulla fiducia al Governo / foto Samantha Zucchi/Insidefoto/Image nella foto: Matteo Salvini

Salvini, “Il comandante ha rifiutato il Pos concesso dalla Spagna il 18 agosto e addirittura rifiutato l’assistenza offerta dalla Capitaneria di Porto italiana”

Matteo Salvini punta poi il dito contro il comandante dell’imbarcazione, che ha rifiutato il Pos offerto dalla Spagna e l’aiuto offerto dalle autorità italiane.

“Non si può confondere l’ingresso in acque territoriali, a fini di sicurezza e navigazione e di assistenza alle persone bisognevoli, con il diritto allo sbarco e all’attracco […]. L’imbarcazione era omologata per sole 19 persone. Il comandante, dopo il primo salvataggio effettuato in zona sar libica il primo agosto con 55 persone portate a bordo, ne ha prese altre 69 il 2 agosto. Doveva immediatamente dirigersi verso Spagna, Malta o Tunisia. Invece ha deliberatamente scelto l’Italia quale luogo di attracco e sbarco”.

Il comandante ha rifiutato il Pos concesso dalla Spagna il 18 agosto. E ha addirittura rifiutato l’assistenza offerta dalla Capitaneria di Porto italiana che si era detta disponibile ad accompagnare la nave verso la Spagna, prendendo a bordo alcuni immigrati. In più, la stessa Spagna aveva inviato verso Lampedusa l’unità Audaz per dare assistenza alla Open Arms. È quindi paradossale affermare che, per il solo fatto di essere entrata in acque italiane senza aver ottenuto il Pos, possa configurarsi il reato di sequestro di persona”.

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