"Open to meraviglia": tutti contro la campagna della Santanché
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Direttore: Alessandro Plateroti

“Open to meraviglia”: tutti contro la campagna della Santanché

Daniela Santanchè

Costata ben 9 milioni di euro, la promozione del turismo in Italia sta attirando una valanga di critiche: tra luoghi comuni e slogan discutibili

Dopo le vicissitudini imprenditoriali e il conflitto di interessi (evitato salvandosi in corner) sulle concessioni balneari, la ministra del Turismo Daniela Santanché sta facendo parlare di se’ per la campagna promozionale commissionata alla blasonata agenzia Armando Testa.

stabilimento balneare spiaggia
stabilimento balneare spiaggia

“Open to meraviglia” attira le critiche come un bagnante che perde sangue attira gli squali. Già il cervellotico slogan scelto per la campagna suscita ilarità per l’idiosincrasia di questo governo nei confronti dei termini stranieri, poi seguono diversi altri capi di imputazione, altrettanto rilevanti. L’idea di una Venere di Botticelli in versione influencer strizza l’occhio allo stile comunicativo di Chiara Ferragni (ma allora perché non prendere direttamente lei?), la testa dell’opera d’arte è stata incollata sul corpo di una modella trovata su Shutterstock, le frasi a metà tra l’italiano e l’inglese rievocano precedenti di tragico fallimento promozionale (il disastroso “very bello” di Dario Franceschini), gli scenari utilizzati come sfondo sono già piuttosto famosi nel mondo e nulla aggiungono al nostro appeal turistico, anzi: l’abbinamento forzato tra un luogo comune e l’altro (come la pizza napoletana gustata in riva al Lago di Como, dove forse sarebbe stato meglio ordinare risotto al persico o trota salmonata) finisce per creare un’insalata pasticciata che risulta decisamente indigesta.

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Lago di Como
Lago di Como

Non solo. Alla modica cifra di 9 milioni di euro, a tanto corrisponde l’esborso di denaro pubblico, non solo non si è portato a casa ne’ la registrazione del dominio opentomeraviglia.it, furbescamente acquistato da un’agenzia di marketing, ma addirittura si è realizzato lo spot… in Slovenia, come ha rivelato Selvaggia Lucarelli su Il Fatto Quotidiano, con tanto di bottiglia di vino sloveno in bella vista sul tavolo degli amici in festa! Insomma, decisamente un tonfo sia per il Ministero del Turismo che per Enit, ai quali non resta che consolarsi con un primato, per quanto decisamente poco invidiabile: raramente una campagna di comunicazione istituzionale aveva scatenato così tanto la fantasia dei memers, che tra i vari “Open to cafonata” alla Sora Lella inserita al posto della Venere di Botticelli stanno davvero dando del loro meglio sui social. E chissà che questo non serva per accendere la curiosità di qualche turista nei confronti dell’Italia, Paese tanto meraviglioso quanto bizzarro.

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ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2023 17:32

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