Artista milanese condanna a morte Cospito: atto di denuncia?
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Direttore: Alessandro Plateroti

Artista milanese condanna a morte Cospito: atto di denuncia o di difesa?

Cella carcere

L’installazione a Milano che rappresenta il manichino di Alfredo Cospito impiccato è opera di un’artista.

Lunedì 20 marzo è apparsa a Milano, in Ripa di Porta Ticinese, un’installazione dell’artista milanese Cristina Donati Meyer. Si tratta di un manichino che rappresenta Alfredo Cospito, l’anarchico attualmente recluso nel carcere di Opera in regime di 41 bis. Il manichino è stato appeso al “Pont de fer” sul Naviglio, simulando una condanna a morte per impiccagione.

Secondo l’artista, l’opera è stata creata per prendere le difese di Cospito, attualmente in sciopero della fame da ben 140 giorni, e denunciare la decisione del governo e dello Stato di lasciarlo morire.

La scelta di rappresentare Cospito in modo così forte e simbolico ha generato molte reazioni contrastanti e ha sollevato il dibattito sulla situazione dei detenuti in Italia, in particolare quelli sottoposti al regime di massima sicurezza. Tuttavia, l’artista sostiene che l’obiettivo principale dell’opera è quello di attirare l’attenzione sull’importanza dei diritti umani e della giustizia, in un momento in cui sembrano essere sempre più minacciati.

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Le ragioni dello sciopero della fame

Da oltre cento giorni, cioè da ottobre del 2022, Alfredo Cospito ha intrapreso uno sciopero della fame, rinunciando completamente all’assunzione di cibo e acqua. Cospito non solo contesta l’applicazione del regime carcerario del 41-bis, ma anche la pena dell’ergastolo ostativo. Il suo avvocato ha sottolineato che Cospito è il primo anarchico a cui viene applicata tale misura e si definisce come anarchico individualista, il che contrasta con il ruolo di leader che gli viene attribuito dalle autorità.

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ultimo aggiornamento: 21 Marzo 2023 18:28

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