Coronavirus, l’operatore del 118 di Bergamo è il primo caduto sul lavoro

Coronavirus, l’operatore del 118 di Bergamo è il primo caduto sul lavoro

L’operatore del 118 di Bergamo è il primo caduto sul lavoro da Covid-19. La moglie e i figli riceveranno un assegno di rendita.

BERGAMO – L’operatore del 118 di Bergamo è il primo caduto sul lavoro da Covid-19. Secondo quanto riportato da Repubblica, nelle prossime settimane l’Inail dovrebbe riconoscere alla moglie Marika e al figlio Alessandro l’assegno di rendita, destinato ai familiari che di una vittima da morte bianca.

L’assegnazione della rendita – sottolineano dal’Istituto – è possibile utilizzando l’articolo 42 del decreto legge Cura Italia“.

Scarica QUI il testo del Decreto Cura Italia per conoscere le norme a sostegno delle famiglie e delle imprese.

L’Inail: “L’articolo prevede un risarcimento che può diventare rendita in caso di morte”

La notizia è stata riportata dall’edizione di sabato 28 marzo 2020 di Repubblica che ha interpellato Alessandra Lanza.

L’articolo prevede – sottolinea la responsabile dell’Inail Lombardia – che i contagiati da Covid-19 sul posto di lavoro abbiamo diritto ad un risarcimento che può diventare una rendita in caso di morte. La pratica dell’autista 46 enne è stata avviata e abbiamo accantonato la rendita“. Secondo quanto riportato dal quotidiano italiano, l’assegno dovrebbe essere di circa 20mila euro annui anche se la cifra resterà top secret.

Db Milano 07/10/2009 – Ospedale Niguarda / foto Daniele Buffa/Image nella foto: ospedale Niguarda ambulanza

Chi era l’operatore del 118 di Bergamo morto con coronavirus

Diego Bianco è stata una delle prime vittime tra i sanitari in questa emergenza coronavirus. Il 46enne era in servizio alla centrale operativa dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dove gestiva le chiamate che arrivano dal 112 e inviava i mezzi necessari per aiutare il paziente che richiedeva l’assistenza sanitaria.

I problemi di salute sono stati registrati nei primi giorni di marzo con il tampone che ha dato esito positivo. L’isolamento domiciliare non è servito con una crisi respiratoria che è stata fatale per l’uomo, deceduto durante il trasporto in ospedale.