Il governo decide di mettere mano alla misura pensionistica Opzione donna e svincolarla dal criterio legato al numero di figli.
Probabilmente il governo farà dietrofront sulla modifica relativa a Opzione donna. Il governo aveva cambiato la misura in modo tale da legare la possibilità di pensionamento anticipato per le lavoratrici al numero dei figli. Per un altro anno sarà prorogata la misura nella sua versione originaria. Il motivo sarebbe il rischio di incostituzionalità paventato dai giuristi della materia e anche la questione delle coperture.
Secondo quanto aveva spiegato la presidente del consiglio, la novità di Opzione donna, oltre alla proroga per un altro anno, prevedeva che le lavoratrici potessero andare in pensione a 58 anni con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi”. Nella bozza però questa parte era rimasta vuota proprio perché non confermata. Il ministero del Lavoro, infatti, starebbe lavorando a ripristinare la versione precedente per un altro anno: pensione anticipata per le lavoratrici con 35 anni o più di contributi e almeno 58 anni d’età per le dipendenti e a 59 anni per le autonome.
I problemi della modifica voluta dal governo
La modifica voluta dal governo era finalizzata a ottenere dei risparmi restringendo in qualche modo la platea di beneficiari. I risparmi però non sarebbero stati esorbitanti. In più avrebbe potuto costare a livello giuridico. Ci sarebbero potute essere contestazioni relative a principi di uguaglianza. Secondo il Pd, questa norma sarebbe stata “discriminatoria” mentre il M5S ha criticato la modifica dal “deciso sapore di Ventennio che si è infranta di fronte alla Costituzione”.
Questa norma avrebbe penalizzato ovviamente le lavoratrici con un solo figlio e soprattutto senza figli. Ma la ministra della famiglia Roccella vorrebbe mantenere questa modifica per dare “un riconoscimento del valore sociale della maternità” ha detto, “è un lavoro che vale ed è svolto per tutta la comunità, che implica la continuità e la solidarietà generazionale, implica la vita di un popolo e di una nazione.”