Cosa potrebbe cambiare con la revisione di Opzione donna, per il prepensionamento legato al criterio dei figli e non solo.
L’8 febbraio si terrà il prossimo incontro tra governi e parti sociali per impostare il discorso relativo alla riforma delle pensioni. Focalizzati su Opzione Donna, l’obiettivo sarà quello di superare la legge Fornero (anticipandone le linee guida nel Def di aprile), che prevede 67 anni per accedere alla pensione dal 2024. Cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi?
I requisiti di Opzione donna
Con Opzione donna si potrà andare in pensione anticipata solo se in possesso di uno di tre requisiti: soffrire una riduzione della capacità lavorativa (invalidità civile) in misura superiore o uguale al 74%, svolgere attività di caregiver per un genitore non autosufficiente, essere disoccupate.
Le lavoratrici, dipendenti o autonome, che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2022 potranno accedervi a condizione di essere “caregiver”, invalide non inferiore al 74% oppure licenziate o dipendenti da aziende in crisi. Per chi ha 60 anni e 35 anni di contributi perfezionati entro il 31 dicembre 2022, potrà avere uno sconto di un anno per ogni figlio entro un massimo di due anni. Per le licenziate o dipendenti di aziende in crisi i requisiti, invece, saranno diversi: 58 anni e 35 anni di contributi.
Cosa potrebbe succedere?
Il governo pensava di prorogare semplicemente la riforma pensionistica, mentre la Lega voleva renderla più strutturale. Alcuni interventi non hanno ricevuto però il consenso, “ma vi è il massimo impegno per trovare misure con cui rivedere alcuni passaggi della norma”, assicura il ministro del lavoro, Marina Calderone.
La questione dei “figli” di Opzione donna evidenziava la mancanza delle risorse necessarie per tornare allo schema di Opzione donna in vigore fino al mese scorso. Una proroga della norma del 2022 potrebbe avvenire con provvedimenti ad hoc nel 2023. A dicembre si era parlato di una proroga per 6 o 12 mesi con i vecchi requisiti, un tema è riproposto ieri nell’incontro tra governo e sindacati. “Dopo l’incontro dell’8 febbraio prossimo gli incontri si terranno a cadenza settimanale”, rassicura Calderone.