Dl sicurezza, Orlando guida la rivolta dei sindaci contro Salvini
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Direttore: Alessandro Plateroti

Dl sicurezza, duro scontro Orlando-Salvini!

protesta anti Salvini

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, guida la rivolta dei sindaci contro il Dl sicurezza. Il ministro Salvini replica: “Approvato dal Parlamento, ne risponderanno legalmente”.

Lo scontro politico che infiamma i primi giorni del 2019 è legato al Dl sicurezza e contrappone diversi sindaci e il ministro dell’Interno.

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Il no del sindaco di Palermo

A guidare la “rivolta” contro il decreto legge è il primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, il quale ha dichiarato: “Impartisco la disposizione di sospendere, per gli stranieri eventualmente coinvolti dalla controversa applicazione della legge, qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona con particolare, ma non esclusivo, riferimento alle procedure di iscrizione della residenza anagrafica“. La posizione di Orlando trova il sostegno degli omologhi di Napoli, Firenze e Parma.

Matteo Salvini
fonte foto https://www.facebook.com/salviniofficial/

La replica del ministro

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, non ha fatto attendere la propria replica, in difesa di un provvedimento che è un mantra della Lega: “Spero che il sindaco (Orlando, ndr) trovi il tempo di occuparsi dei tanti problemi della sua città, invece di disobbedire alle leggi approvate dal Parlamento e firmate da Mattarella. Ne risponderanno personalmente, legalmente, civilmente, perché è una legge dello Stato che mette ordine e mette regole. Sono curioso di capire se rinunceranno anche ai poteri straordinari previsti dal decreto che tanti sindaci hanno apprezzato. Immagino che rinunciate anche a tutti i soldi che il decreto aggiunge per le vostre città“.

L’articolo contestato

A alcuni sindaci non va giù l’articolo 13 delle legge 132 che stabilisce che il permesso di soggiorno rilasciato al richiedente asilo costituisce sì un documento di riconoscimento, ma non basterà più per iscriversi all’anagrafe e, quindi, ottenere la residenza. Quindi, i Comuni non potranno più rilasciare a chi ha un permesso di soggiorno la carta d’identità e i servizi, come l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale (quindi l’Asl) o ai centri per l’impiego, che verranno assicurati solo nel luogo di domicilio, visto che non c’è più la residenza, come un Centro di accoglienza straordinaria o un Centro permanente per il rimpatrio. Alla scadenza del permesso di soggiorno per motivi umanitari, i cittadini stranieri non potranno più iscriversi all’anagrafe.

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ultimo aggiornamento: 3 Gennaio 2019 10:45

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