Drammatico episodio di cronaca nera: sono state rinvenute ossa e brandelli sepolti in un giardino. Il terribile sospetto.
Sei anni fa, un tragico caso di scomparsa improvvisa fece tanto parlare la cronaca locale e nazionale. A distanza di parecchio tempo, su questa vicenda sono emersi dettagli ancora più macabri. Stiamo parlando del caso di Vito Mezzalira nella cui abitazione sono state ritrovate ossa e brandelli di vestiti. Si tratta di un caso analogo al ritrovamento di un cadavere a Sorrento, seppur con delle debite differenze. L’identità della vitima in quel caso era risultata essere ignota, mentre in questa vicenda ci sono indubbiamente più informazioni e persino delle persone sospettate.

Il tragico episodio accaduto sei anni fa
Circa sei anni fa, come detto, in provincia di Gorizia, è stata segnalata la scomparsa improvvisa di Vito Mezzalira, postino di professione. Come riportato da Today, adesso, nel giardino della villetta condivisa con la sua compagna Mariuccia Orlando sono stati ritrovati dei resti umani. Per la precisione, ossa umane e indumenti. I resti sono stati ritrovati all’interno di un sacco di plastica gettato dentro un pozzo ormai datato. I laboratori di Medicina Legale di Trieste stanno ancora svolgendo le dovute analisi.
Tuttavia, nel caso in cui i resti di quanto ritrovato dovessero appartenere all’uomo, la posizione della sua compagna si aggraverebbe ulteriormente. Oltre alla donna, sarebbe indagato anche il fratellastro Moreno Redivo. Le denunce nei loro confronti sono arrivate dalla sorella della vittima.
I sospetti sulla compagna di Mezzalira
La compagna di Vito Mezzalira è indagata non solo per truffa, dopo aver incassato la pensione del marito defunto, ma anche per occultamento di cadavere. La sorella della vittima ha sempre dichiarato di nutrire un certo sospetto nei suoi confronti.
A scopo di difesa, lei ha sempre cercato di giustificare questa scomparsa con una fuga all’estero da potenziali creditori sulle sue tracce. Ipotesi tuttavia mai confermata o approfondita. A questo proposito è intervenuto proprio l’avvocato dell’indagata, Giovanni Di Lullo, che ha commentato ciò: “Aspettiamo a trarre conclusioni affrettate. Non sappiamo ancora a chi appartengano quei resti. Nei confronti della mia assistita viene formulata un’accusa grave, per questo chiederemo di poter visionare il corpo del reato e poi nomineremo un genetista di parte“.