Palagiustizia nella tendopoli, condannato il Ministero

Palagiustizia nella tendopoli, condannato il Ministero. Il Dicastero guidato da Bonafede dovrà risarcire un avvocato penalista.

BARI – Palagiustizia nella tendopoli, condannato il Ministero. La vicenda risale al 2018 quando il Tribunale di Bari è stato spostato in delle postazioni provvisorie per i problemi del palazzo di via Nazariantz. Secondo i giudici, però, il Dicastero non ha fatto nulla per trovare una soluzione adeguata nonostante sapeva delle condizioni della struttura dal 2010.

Una mancanza, quindi, che è costata una condanna al Ministero che ora dovrà risarcire un penalista che aveva presentato una causa nei confronti del Dicastero.

La condanna

La condanna è stata emessa dal giudice di pace, Massimo Nicola Minerva, dopo il ricorso presentato da un avvocato penalista. Il risarcimento, quantificato in 1.000 euro, è stato sancito per danno all’immagine, al decoro e alla dignità professionale.

Secondo il giudice, infatti, il Ministero non è intervenuto per trovare una giusta sistemazione al Tribunale nonostante fosse a conoscenza delle condizioni del palazzo. Una passività di otto anni che ha portato la struttura a trasferirsi in delle tendopoli per qualche mese. Da qui il ricorso e la condanna a 1.000 euro di risarcimento al penalista anche se questa potrebbe essere utilizzata come un precedente per altre cause.

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La sentenza

La sentenza è stata depositata il 4 marzo ma resa pubblica solo qualche giorno dopo dal sito di Repubblica: “Il Ministero deve ritenersi responsabile per il ritardo nelle scelte politiche, organizzative ed economiche, di reperimento di idonee strutture giudiziarie per il buon funzionamento della giustizia penale“.

Il professionista – si legge nel testo – ha ingiustamente patito il silenzio amministrativo costituito dalla consapevolezza delle gravi condizioni della giustizia barese e assenza di provvedimenti amministrativi finalizzati a creare le condizioni minime per l’esercizio dell’attività forense penale. L’ingiustizia arrecata al professionista è tale e rilevante in quanto le attività giudiziarie svolte all’interno della tensostruttura, posta nell’area antistante la struttura pericolante, sono state particolarmente lesive della dignità dell’avvocato“.

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