Tra i nove palestinesi uccisi dall’esercito israeliano a Jenin, in Cisgiordania anche tre civili. Si tratta del raid più sanguinoso in 20 anni nella città.
Un raid dell’esercito israeliano a Jenin, in Cisgiordania ha provocato la morte di nove palestinesi tra cui tre civili. L’esercito israeliano ha dichiarato che le sue truppe sono entrate in azione per arrestare “agenti terroristici” della Jihad islamica accusato di essere “pesantemente coinvolto nella pianificazione e nell’esecuzione di molteplici e importanti attacchi terroristici contro civili e soldati israeliani”.
L’autorità palestinese ha accusato Israele di “massacro” avvenuto “in mezzo al silenzio internazionale” e ha poi annunciato di aver interrotto il coordinamento con Israele in materia di sicurezza, “non esiste più da ora” ha scritto in un comunicato spiegando che la decisione è stata presa “alla luce delle ripetute aggressioni contro il nostro popolo e della messa in discussione degli accordi firmati”.
Proteste vicino Gerusalemme: un altro palestinese ucciso
Nel frattempo, nella città di al-Ram vicino a Gerusalemme i residenti protestavano contro l’incursione israeliana nella West Bank e durante le proteste è stato ucciso un altro palestinese dalle truppe di Israele. Le forze di Israele hanno dichiarato anche di aver effettuato attacchi aerei a Gaza contro militanti palestinesi. Il governo israeliano motiva tutti i raid e gli attacchi crescenti in Cisgiordania come un’offensiva antiterrorismo.
Tre ore di combattimenti tra militari israeliani e militanti palestinesi ieri nel centro urbano di Jenin mentre spari ed esplosioni si sentivano dal campo profughi della città. L’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa ha riferito che sette giovani sono stati colpiti e feriti mentre cercavano di impedire alle forze israeliane di entrare a Jenin. I palestinesi intervistati dalla Bbc hanno dichiarato che gli israeliani hanno distrutto tutto e che sparano a qualsiasi cosa.
Il “massacro avvenuto tra il silenzio internazionale”
Secondo quanto ha riferito il ministro della Sanità palestinese le ambulanze palestinesi non riuscivano a raggiungere i feriti perché le truppe israeliane bloccavano l’accesso. Un’altra agenzia stampa riporta che gas lacrimogeni israeliani sono stati lanciati in un reparto pediatrico dell’ospedale di Jenin.
“Questo è ciò che incoraggia il governo di occupazione a commettere massacri contro il nostro popolo in piena vista del mondo”, ha dichiarato Nabil Abu Rudeineh, portavoce della presidenza palestinese. Intanto, l’inviato delle Nazioni Unite per il Medio Oriente, Tor Wennesland, si è detto “profondamente allarmato e rattristato” dalla violenza. “Dall’inizio di quest’anno, continuiamo ad assistere ad alti livelli di violenza e ad altre tendenze negative che hanno caratterizzato il 2022. È fondamentale ridurre immediatamente le tensioni e prevenire ulteriori perdite di vite umane”, ha aggiunto.
In Cisgiordania quest’anno sono morti già 30 palestinesi tra militanti e civili. L’esercito israeliano non accenna a ridurre le violenze e l’occupazione nella West Bank giustificando i raid con azioni antiterroristiche. L’anno scorso le forze israeliane hanno ucciso oltre 150 palestinesi tra cui civili disarmati.