Paolo Crepet demolisce la sinistra sull'educazione sessuale
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“Chi dovrebbe parlare di se**o, il prete o il docente”: Paolo Crepet demolisce la sinistra

Paolo Crepet

In un’intervista, Paolo Crepet smonta la sinistra sul dibattio dell’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole medie.

Mentre un nuovo terremoto scuote la Royal Family, in Italia Paolo Crepet contraria la sinistra sul tema dell’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole medie. In un’intervista a Il Tempo, lo psichiatra, sociologo, educatore e saggista di fama internazionale pone una raffica di domande che mettono in crisi la proposta.

Un primo piano di Paolo Crepet

Educazione sessuale a scuola: l’intervento di Paolo Crepet

Nell’intervista a Il Tempo, Paolo Crepet resta fuori dalla polemica e mette in discussione l’impostazione stessa del dibattito. “Se va bene o va male questa cosa dell’obbligatorietà o meno dell’educazione sessuale-affettiva alle scuole medie non lo so, non lo capisco. Rispondo: boh“, ha dichiarato. Le sue parole sono una critica netta alla confusione generale: “Faccio tanta fatica, in questo senso, nel seguire chi la propone“.

Il vero punto, secondo lui, è che non esiste una risposta concreta alla domanda centrale: “Chi lo deve fare? In quali orari? Chi va dai ragazzi avendo cognizione di causa? Con quali competenze?“. Il problema non è solo organizzativo, ma educativo: “Per dire: nei temi c’è un titolo e poi c’è uno svolgimento. Qual è lo svolgimento? […] L’educazione di questo tipo ai ragazzi la fa il prete? Oppure l’insegnante di biologia? O un altro? Chi? Non lo sanno, talmente la superficialità di questo discorso“.

“I docenti sono pagati per fare altro”

Paolo Crepet entra anche nel merito del ruolo degli insegnanti, aggiunge a Il Tempo, troppo spesso caricati di responsabilità che esulano dal loro ambito: “I docenti che lavorano tutte le mattine con loro sono pagati per fare altro, non educazione sessuale“.

E incalza con una domanda retorica ma pungente: “Insegnanti lo si diventa facendo un concorso. Al concorso ai candidati per diventare docenti fanno domande sul sesso? Non credo, non lo so“. Il suo ragionamento si allarga poi al contesto in cui vivono i ragazzi di oggi: “Gli stimoli sono anche troppi, non so se i parlamentari conoscono i ‘giri’ dei giovani. C’è oggi un’anticipazione di età: quello che un tempo succedeva alle scuole superiori adesso accade alle scuole medie“.

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ultimo aggiornamento: 18 Ottobre 2025 10:07

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