In diretta tv da Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa, Papa Francesco si racconta: la salute e l’annuncio sulle tanto discusse possibili dimissioni.
C’era grande attesa per quella che sarebbe stata l’intervista di Papa Francesco a Che Tempo Che Fa, trasmissione sul Nove con Fabio Fazio. Il Pontefice è stato ospite in collegamento tv e ha avuto modo di affrontare diversi argomenti legati al suo recente operato. Non è mancato anche un passaggio sulla sua salute e la possibilità delle dimissioni.
Papa Francesco e l’ipotesi dimissioni
L’intervista del Papa a Che Tempo Che fa non poteva che iniziare con una domanda del conduttore Fabio Fazio in merito alla salute del Pontefice. Bergoglio, con grande ironia, la solita che lo ha sempre accompagnato negli anni, ha subito replicato: “Mah, mi viene da dire ancora vivo!”.
Una frase che ha fatto da antipasto ad un discorso più ampio che vede le possibili dimissioni come tema piuttosto caldo. Sull’argomento Francesco ha detto: “Le dimissioni non sono un pensiero, né una preoccupazione, né un desiderio. Ma sono una possibilità, aperta a tutti i Papi. Al momento però non è al centro dei miei pensieri”.
E anche per questo, nessun passo indietro: “Finché mi sento di servire vado avanti”. Questo, quindi, il vero pensiero del Papa sulle dimissioni dal suo ruolo.
Il commento sulle coppie omosessuali
“A volte c’è un prezzo di solitudine da pagare”
Tra le tematiche di maggiore interesse che il Pontefice ha trattato durante l’intervista, oltre alla condanna di ogni tipo di guerra, con particolare sottolineatura per quella nella Striscia di Gaza, Bergoglio ha parlato delle decisioni assunte, come quella sulle benedizioni per le coppie gay.
In tal senso il Papa ha spiegato che “c’è un prezzo di solitudine che devi pagare, a volte le decisioni non sono accettate” ma “la maggior parte delle volte non si accettano le decisioni perché non si conoscono”.
E ancora: “Dio lo dice che bisogna benedire e perdonare tutti. E allora noi dobbiamo prendere per mano e aiutare ad andare nella direzione giusta, non possiamo condannare dall’inizio”.