Le condizioni di Papa Francesco destano particolare preoccupazione. Il Pontefice alle prese con una infezione polimicrobica: il commento degli esperti.
La salute di Papa Francesco sta destando particolare attenzione e preoccupazione. Il Pontefice risulta essere ricoverato al Gemelli di Roma con una infezione polimicrobica e la sala stampa Vaticana sta provvedendo a dare aggiornamenti costanti sul suo conto. In queste ore, gli esperti hanno spiegato tecnicamente cosa sia l’infezione che ha colpito Bergoglio e anche quali potrebbero essere i prossimi step.
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Papa Francesco ricoverato con un’infezione polimicrobica
Dopo il ricovero al Gemelli per una bronchite, le condizioni di Papa Francesco sono andate ad evolversi. I medici, come fatto sapere dalla sala stampa Vaticana, hanno parlato di infezione polimicrobica “delle vie respiratorie che ha determinato una ulteriore modifica della terapia”. in questo senso, la salute di Bergoglio andrà valutata giorno dopo giorno in quanto il quadro clinico risulterebbe “complesso” con la necessità di “una degenza ospedaliera adeguata”.
Il parere di Fabrizio Pregliasco
A spiegare cosa sia l’infezione polimicrobica che ha colpito il Papa è stato in queste ore l’esperto Fabrizio Pregliasco, professore associato di Igiene presso Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano. Intervenuto a Gazzetta Active de La Gazzetta dello Sport, ecco il suo commento: “Si parla di una persona fragile, di 88 anni, e quanto accaduto può rientrare in quello che sta succedendo in termini quantitativi nella popolazione generale”, le parole di Pregliasco.
“L’influenza, il Covid, le infezioni respiratorie facilitano la presenza di sovrainfezioni di più virus o batteri nelle persone più fragili per età, immunodepressi, malati oncologici. Il termine usato per indicare le condizioni di salute del Papa, ‘infezione polimicrobica’, è molto generale, perché la gravità di questi casi può andare dal ‘poco’ al ‘tanto’, con la mortalità che può andare dal 20% al 50% nei casi più gravi”, ha tenuto a precisare ancora il professore.
Sintomi e terapia
Pregliasco ha tenuto a precisare come la sintomatologia di tale infezione possa essere diversa a seconda della gravità. Si pssa da “una febbricola che può essere anche costante, da dolori muscolari e affaticamento, quindi un po’ ‘tutto e niente’, a forme più gravi con febbre elevata, aumento della frequenza cardiaca e della tosse”.
Anche la terapia varia a seconda del tipo di infezione e della sua gravità. In questo senso sono necessarie “indagini microbiologiche su espettorato e sangue” per poter scegliere il modo di agire relativo al caso. “[…] Oltre all’antibiotico si può modulare la risposta infiammatoria attraverso l’uso di cortisonici e antinfiammatori, che però vanno moderati a causa dei loro effetti collaterali“, ha detto il professore a Gazzetta Active.