La presidente del Parlamento europeo annuncia il divieto di ingresso ai funzionari di Russia e Bielorussia.
l Parlamento europeo ha vietato l’ingresso nelle sue sedi ai funzionari di Russia e Bielorussia. Ad annunciarlo è la presidente Roberta Metsola su Twitter. “Da oggi, al personale diplomatico e governativo di Russia e Bielorussia è vietato l’ingresso nei locali del Parlamento europeo – si legge nel tweet della presidente – Non c’è posto nella Camera della Democrazia per coloro che cercano di distruggere l’ordine democratico”.
La presidente maltese del Parlamento Europeo ha mantenuto sempre una linea molto dura e critica nei confronti delle atrocità che l’esercito russo sta commettendo in Ucraina. Già nello scorso vertice a Versailles Metsola aveva dichiarato “Dobbiamo essere chiari: ciò che Putin e Lukashenko stanno facendo in Ucraina è criminale. E’ un crimine di guerra. Capovolge l’ordine mondiale democratico, e dobbiamo ritenere i colpevoli responsabili attraverso il tribunale penale internazionale quando sarà il momento“. aveva esordito così al vertice informale rivolgendosi ai leader dei paesi membri Roberta Metsola. Il processo a L’Aia “sarebbe la vittoria definitiva per il popolo ucraino, per lo stato di diritto e per il nostro stile di vita basato su regole”.
“Non c’è posto per chi distrugge la democrazia”
Dal canto suo Mosca invece vieta l’ingresso in Russia a Biden, Blinken e anche a Trudeau. Il presidente statunitense insieme al suo segretario di stato e il presidente canadese non possono mettere piede sul suolo russo. Insieme a loro anche altri funzionari come il segretario della Difesa Lloyd Austin, il direttore della Cia William Burns, e il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan si trovano sulla “stop list” del Cremlino. In questa lista anche l’ex segretaria di stato Hillary Clinton, oppositrice nelle elezioni presidenziali contro Trump.
Per il Parlamento Europeo non c’è posto per i funzionari che distruggono la democrazia, quindi vieta l’ingresso a russi e bielorussi. La posizione della Bielorussia di Lukashenko si fa sempre più chiara. Da vassallo della Federazione Russa, ora Lukashenko interviene ammonendo Kiev. “Se l’Ucraina dovesse continuare la sua escalation contro la Bielorussia, Minsk non la lascerà senza risposta“. Inoltre, precisa che se Zelensky non firmerà ora un accordo con Putin si troverà a firmare la sua capitolazione. Un avviso che sembra quasi una minaccia dal paese che confina a nord con l’Ucraina e sul cui confine si stanno svolgendo i negoziati tra le due parti.