Durante la seduta alla Camera sul decreto Terra dei Fuochi, uno stenografo scrive per errore “Mai una gioia” nel verbale ufficiale.
Nel pieno dei lavori in Parlamento, mentre il Paese affronta tensioni come il caso Flotilla e gli scioperi in corso, anche tra le righe dei verbali ufficiali della Camera si riflettono segnali di stanchezza e frustrazione. Il 28 settembre, come riportato da Open, un fatto curioso e fuori dagli schemi ha attirato l’attenzione: un commento personale, sfuggito allo stenografo durante una votazione, è finito nero su bianco nel resoconto ufficiale della seduta.

La “sfogo” dello stenografo durante la discussione su un decreto
Il contesto è quello della discussione alla Camera dei deputati sul decreto-legge Terra dei Fuochi, contenente misure urgenti contro le attività illecite legate ai rifiuti e per la bonifica delle aree più colpite, in particolare in Campania. Durante l’iter parlamentare, spesso segnato da lunghi dibattiti e votazioni ripetitive, si arriva al momento del voto sull’emendamento 2.5, presentato dal deputato del Movimento 5 Stelle Sergio Costa.
“Dichiaro aperta la votazione“, annuncia il presidente di turno della Camera. Dopo pochi istanti: “Dichiaro chiusa la votazione. La Camera respinge“. In questo passaggio, in quello che dovrebbe essere un documento formale e fedele al 100% a quanto avvenuto in Aula, compare un commento inatteso: “Mai una gioia“.
Una formula non istituzionale nel verbale ufficiale
Tale espressione, generalmente associata a un linguaggio colloquiale e informale, aggiunge Open, è apparsa fuori contesto nel verbale parlamentare, il cui compito è documentare integralmente – senza omissioni e senza aggiunte – tutto ciò che viene pronunciato in Aula.
Uno stenografo è un professionista specializzato nella trascrizione di discorsi e dialoghi in tempo reale, utilizzando tecniche di scrittura abbreviata, come la stenografia. Questo metodo si basa su simboli e segni convenzionali che permettono di scrivere con una velocità pari o superiore a quella del linguaggio parlato.
Il suo compito è essenziale in contesti dove è necessaria una registrazione precisa e immediata delle parole pronunciate, come nei procedimenti giudiziari, nelle sedute parlamentari e via discorrendo.