Bonaccini, Schlein e De Micheli, i tre candidati alla segreteria del Pd si stanno confrontando al Nazareno in vista del Congresso del partito.
Mentre alla Camera è in corso la discussione per la votazione della legge di Bilancio prevista per domani, al Nazareno si stanno confrontando i tre candidati alla segreteria del Pd che dopo il congresso prenderà il posto di Enrico Letta. Si procede in ordine alfabetico e parte il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, nonché favorito a guidare il partito democratico.
Bisogna lottare contro le “disuguaglianze economiche, sociali e territoriali” e per “l’avanzamento dei diritti civili e sociali. Se la sinistra non sa dire questo non è sinistra in natura” ha esordito Bonaccini. Il governatore poi ha mostrato le debolezze del partito da cui bisogna partire.
“Avverto pulsioni a cambiamenti regressivi, più per un ritorno alle casematte precedenti e non per una sintesi aggiornata sui mutamenti degli ultimi 15 anni” ha detto Bonaccini assicurando che le contrasterà altrimenti “sarebbe la fine del Pd, ci porterebbe su binari minoritari” e ammonisce che è “già successo altrove in Europa, il rischio c’è anche qui. Non evoco spettri ma provo a praticare ricette positive, per questo mi sono meso in gioco” ha dichiarato.
Bonaccini incita il partito a tornare a essere di sinistra
“Siamo riformisti” con “cultura di governo” ma con il governo che è mezzo, non fine. “Guai a fare la fotocopia di 5s e terzo polo, sennò la gente sceglie l’originale”, ha detto il governatore emiliano. “Noi siamo una forza laburista” sottolinea con convinzione e incita il suo partito a “tornare a fare il Pd, riprenderci lo spazio di un partito a vocazione maggioritaria”.
Bonaccini ci tiene a sottolineare che questo congresso riguarda esclusivamente del Pd e non delle alleanze che sono cose che arrivano dopo solo se si è in condizioni di forza e non di subalternità. Il candidato considera le ragioni del Pd valide quanto a 15 anni fa e dichiara di non avere tabù nel nome e nel simbolo del partito. Bisogna costruire una grande forza europeista riformista, questo deve essere l’obiettivo.