L’Europa segue l’Italia nel monitoraggio dei viaggiatori dalla Cina ma Pechino accusa di sabotaggio questi paesi.
Pechino attacca i paesi che hanno imposto restrizioni anti-Covid per chi arriva dalla Cina. Come l’Italia, altri paesi europei, oltre che Usa e India, hanno deciso di imporre il tampone in aeroporto ai viaggiatori in arrivo dalla Cina per monitorare l’eventuale ingresso di nuove varianti dato l’aumento di contagi che si sta verificando nel paese asiatico. Una misura di controllo per evitare di essere impreparati come nel 2020, ma la Cina non prende bene questa decisione.
Il Global Times, tabloid del Partito Comunista, afferma che “un piccolo numero di Paesi e regioni, come Usa e Giappone, vede la riapertura della Cina come un’altra possibilità per diffamare Pechino”. Il media continua accusando questi paesi di star adottando uno “sporco trucco politico” per “sabotare i 3 anni di sforzi cinesi nella lotta al Covid e per attaccare il sistema”.
La furia della Cina: “sporco trucco politico”
L’Italia “sta imponendo test obbligatori per i viaggiatori che arrivano dalla Cina, eppure il suo governo ha detto che non è stata trovata alcuna nuova mutazione nei recenti arrivi” ha detto il media cinese. Non solo l’Italia ma tutto il mondo è preoccupato per i numeri in costante crescita nel paese che secondo gli esperti non sono nemmeno numeri reali. Infatti, l’Oms ha esortato Pechino a fornire i dati reali in tempo reale senza nascondere nulla come accaduto tre anni fa.
L’abbandono di tutte le restrizioni e della politica zero Covid da parte di Pechino dopo le violente proteste da parte dei cittadini, hanno creato come una molla un’esplosione di contagi anche a causa della bassa copertura vaccinale. L’Italia e l’Europa hanno invitato i cittadini a restare vigili sulle eventuali nuove varianti in arrivo dalla Cina. Secondo il Financial Times ci sarebbero stati 250 milioni di nuovi casi nei primi venti giorni di dicembre, il 18% della popolazione avrebbe dunque contratto il Covid e ci sarebbero 9mila morti al giorno, mentre Pechino parlava di 60mila circa in un mese.