La tragedia risale al 2017, ma solo dopo le indagini della procura di Roma sono stati arrestati la badante e il suo amico.
A scatenare l’ira dei due imputati sarebbe stato un referto medico che, nel 2017, aveva rifiutato il tso per il pensionato. Non avendo la necessità quindi di avere una badante in casa, la donna insieme ad un suo amico lo picchiarono violentemente fino a lasciarlo senza vita nella sua abitazione. Oggi i due vengono accusati di omicidio preterintenzionale.
Una badante di 41 anni e il suo amico 53enne sono stati arrestati con l’accusa di omicidio preterintenzionale. La donna era stata ospitata a casa di Vincenzo Fortini, uomo di 65 anni, in cambio di cure. E invece mentre stava somministrando una medicina all’anziano, l’avrebbe picchiato a morte con calci e pugni, insieme al suo complice.
La vicenda
Il fatto risale al 13 maggio 2017, quando Fortini fu trovato nella sua abitazione in via San Pantaleo Campano, zona Portuense, morto dopo una lunga agonia. Secondo quanto emerge dalle indagini, il 65enne sarebbe stato costretto ad assumere dei farmaci psicotici e poi portato in ospedale. Ma quando i medici gli negarono il tso che avrebbe potuto giustificare la presenza in casa della badante, lei e il 53enne lo avrebbero picchiato senza pietà.
Fortini fu picchiato con pugni al petto e schiaffi, ma dopo il suo ritrovamento da parte del 118 venne accertato che l’uomo si era procurato quelle ferite cadendo. Le indagini condotte con il coordinamento della procura di Roma hanno permesso di accertare che “la morte era stata causata dalla percosse che la vittima aveva ricevuto dai due nella notte precedente al ritrovamento del cadavere”.
I due dovranno scontare 7 e 12 anni di carcere. La sentenza è stata pronunciata dalla corte d’appello e ieri gli investigatori della polizia di stato del distretto San Paolo, a Roma, hanno ordinato di proseguire con la carcerazione.