Pensioni 2023, quali cambiamenti: Quota 41 o in pensione dai 64 anni

Pensioni 2023, quali cambiamenti: Quota 41 o in pensione dai 64 anni

Nel Documento di Economia e Finanza la riforma delle pensioni 2023 non è contemplata ma non si può scappare a lungo: i piani previsti.

La speranza era quella di arrivare, entro aprile, ad una possibile riforma delle pensioni 2023 ma per il momento tutto è finito con un buco nell’acqua. La crisi energetica e il conflitto in Ucraina hanno rallentato i lavori. Tuttavia il Governo è ben consapevole che bisogna trovare delle soluzioni al sistema pensionistico, come lo stesso ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha sottolineato.

Al momento non sono previsti correttivi alla Legge Fornero, che dunque dall’1 gennaio 2023, potrebbe tornare così com’è. I lavori del Governo però riprenderanno dopo Pasqua e si analizzeranno le ipotesi concrete che attualmente non mancano.

Una delle possibilità prevede che Quota 102 dall’1 gennaio 2023 non sia rinnovata. La riforma delle pensioni dovrebbe prevedere un nuovo sistema che permetta di lasciare il lavoro superando la Legge Fornero. Il Governo proporrebbe una piccola penale, un mini-taglio sull’assegno, in cambio di uno sconto sull’età pensionabile.

Le parti sociali, intanto, hanno annunciato chiaramente le loro richieste: estensione della flessibilità dai 62 anni o con 41 di contributi (al di là dell’età). Le indiscrezioni però parlano di una riforma che punti ai 64 anni d’età.

pensione anziani

Il piano Tridico

Tra le opzioni più probabili c’è poi il piano Tridico. Questa la proposta del presidente dell’Inps: erogare a chi lascia il lavoro a 64 anni solo la parte contributiva dell’assegno maturata fino a quel momento, per poi pagare la quota retributiva della pensione quando si raggiungo i 67 anni. La forza di questo piano è la sostenibilità per lo Stato. L’anticipo, secondo Pasquale Tridico, costerebbe 400 milioni di euro annui. Ovvero molto meno rispetto ad altri piano, come Quota 41.

Intanto i sindacati non si mostrano d’accordo con la proposta di andare in pensione prima dei 67 anni (età prevista dalla Legge Fornero) solo con il ricalcolo dell’assegno contributivo e finestre d’uscita dai 64 anni con almeno 20 di contributi. I sindacati, ma anche diversi esperti, hanno storto il naso perché il taglio del trattamento corre il rischio di essere pari al 30%. Al momento trovare un accordo sembra difficile e nei prossimi giorni si capirà di più.