Pensioni, chi potrà lasciare il lavoro dal 1° gennaio?

Pensioni, chi potrà lasciare il lavoro dal 1° gennaio?

Le certezze sono ancora poche, ma in previsione della legge di bilancio del 2024 avremo più dettagli sulla riforme delle pensioni.

La riforma delle pensioni è stato uno dei punti chiave espressi durante la campagna elettorale della scorsa estate, ma ad oggi non si ha ancora nessuna certezza. Una possibile accelerata della riforma per i prossimi mesi sembra una probabilità da accantonare, ma probabilmente avremo dettagli più precisi per quanto riguarda la legge di bilancio per il 2024.

aumento pensioni

Le ipotesi del Governo

Per il governo Meloni il prossimo autunno stabilirà il momento per definire la seconda legge di bilancio, che potrebbe mettere le basi concrete per la tanto discussa riforma delle pensioni. Mancano ancora cinque mesi per poter ufficializzare qualsiasi punto, ma si ipotizza una proroga del meccanismo di flessibilità di quest’anno, oltre ad Ape sociale e l’uscita dal lavoro per i cosiddetti “precoci”.

A causa delle scarse risorse del Governo, non è stato possibile approvare l’uscita flessibile dal lavoro dai 62 anni, come la proposta di di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età (Quota 41).

Pensioni anticipate per il 2024

Come spiega il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, le priorità del prossimo autunno sono state già individuate. Si parla di rendere strutturale il taglio del cuneo, avviare la riforma fiscale insieme a una detassazione delle tredicesime e adottare misure in ottica natalità.

La scadenza di quota 103 invece è prevista a fine anno, e il governo pensa già di dover trovare una soluzione per il 2024. Probabilmente ci sarà una versione della misura leggermente rivisitata, ma solo ad ottobre si avranno prospettive più chiare.

Opzione donna a rischio

Senza abbastanza risorse, anche opzione Donna rischia di cedere. “È vero che la nuova modalità prevista per quest’anno purtroppo ha avuto poche adesioni, però oggettivamente visto che siamo di fronte a una riforma strutturale credo che dovremo cercare di trovare qui una risposta al problema”, ha spiegato Claudio Durigon.

Il governo Meloni aveva promesso la fine della legge Fornero, ma “non ci sono le condizioni” per abolire o cambiare a fondo la legge ora in vigore, spiega il presidente (in uscita) dell’Inps Pasquale Tridico. “Le quote irrigidiscono ancora di più il sistema e appesantiscono i conti. Se vogliamo trovare soluzioni non alternative ma parallele, dobbiamo pensare all’Ape sociale, all’anticipazione per i lavori gravosi e usuranti”.

L’Ape sociale resta

L’unica certezza resta nell’Ape sociale, che potrebbe rappresentare la base di un approccio meno rigido rispetto a quanto previsto dalla Fornero. La misura consente il prepensionamento, senza alcun onere economico, a specifiche categorie di lavoratori che abbiano raggiunto una certa età anagrafica.

Si tratta di un sussidio mensile erogato da parte dello Stato ed è destinato a soggetti che hanno necessità di un aiuto economico prima di poter accedere alla pensione di anzianità. L’Ape sociale potrebbe essere prorogata, ed estesa a più soggetti rispetto a quelli previsti.

Chi può andare in pensione nel 2024?

Le due strade per poter andare in pensione resteranno con ogni probabilità le stesse anche per il 2024. Stiamo parlando della pensione di vecchiaia e la pensione anticipata (o di anzianità). La pensione di vecchiaia è usata soprattutto dalle donne che, in Italia, spesso hanno carriere discontinue a causa di maternità, precarietà e lavoro di cura.

Nel 2023 si va in pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi e 67 anni di età, requisito che resterà invariato fino al 31 dicembre 2024. Per raggiungerlo si valuta la contribuzione versata di qualsiasi tipo: da lavoro, riscatto, volontaria e figurativa.

La pensione anticipata invece è il canale per lasciare il lavoro, e godersi la meritata pensione, di solito scelto dagli uomini o da chi ha una carriera lavorativa lunga, senza fare una professione usurante né gravosa. Il requisito è di 41 anni e 10 mesi di contributi versati per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.