Pensioni, congelato il requisito anagrafico a 67 anni nel 2021. Il decreto del ministero dell’Economia è stato inserito in Gazzetta Ufficiale.
ROMA – Pensioni, congelato il requisito anagrafico a 67 anni nel 2021. La decisione è stata presa dal ministero dell’Economia che ha pubblicato direttamente il decreto sulla Gazzetta Ufficiale. “Dal 1° gennaio 2021 i requisiti di accesso ai trattamenti non sono ulteriormente incrementati“, si legge nel testo.
Quindi non ci saranno incrementi di età pensionistica nel biennio 2021-2022. Una buona notizia per molti ma è anche una conferma del fatto che la speranza di vita non cresce. Il nuovo aumento, quindi, potrà avvenire nel 2023 ma in ogni caso non potrà superare i 3 mesi alla volta.
Il governo ‘congela’ le pensioni
Una mossa a sorpresa da parte del governo che da diverso tempo si è messa al lavoro sulle pensioni. Dopo un’attenta riflessione il Ministero dell’Economia ha deciso di ‘congelare’ l’età pensionabile a 67 anni nel 2021.
Gli adeguamenti sono biennali e per questo non ci potranno essere modifiche almeno fino al 2022. Uno stop dovuto alla speranza di vita che è quasi pari a zero. Il nuovo incremento potrebbe avvenire dal 2023 ma ricordiamo che questi non possono superare i tre mesi e quindi le persone potrebbero andare in pensione a 67 anni e 3 mesi. Ma per abbandonare definitivamente il lavoro bisogna aver versato almeno 20 anni di contributi.
Possibile un nuovo congelamento nel 2022
Il congelamento dell’età pensionabile potrebbe essere il primo di una lunga serie, almeno fino a quando al governo ci saranno M5s e PD. Il ministro Gualtieri ha deciso di bloccare il minimo a 67 anni fino al 2022 vista che la speranza di vita è pari a zero.
Sarà proprio quest’ultima a decidere se in futuro ci sarà un nuovo incremento dell’età (3 mesi ogni anno) oppure continuare a congelarla fino a quando non si uscirà definitivamente da questa crisi economica.
fonte foto copertina https://www.facebook.com/roberto.gualtieriue