Perché la Certificazione verde rischia di trasformarsi in una stangata per il turismo

Perché la Certificazione verde rischia di trasformarsi in una stangata per il turismo

La certificazione verde rischia di frenare il turismo: per una famiglia che decide di partire i costi del tampone possono diventare un ostacolo.

Per rilanciare il turismo e l’economia, il governo italiano ha deciso di anticipare l’Unione europea lanciando il green pass o certificazione verde Covid già nella seconda metà del mese di maggio. In linea prettamente teorica la strategia sembra avere senso. Il green pass sblocca gli spostamenti a livello nazionale anche per motivi di turismo e in qualche modo garantisce che gli spostamenti avvengano in sicurezza (dal punto di vista epidemiologico). Il problema è che la certificazione verde potrebbe trasformarsi in una stangata per il turismo per i costi, dei quali non si parla.

Come ottenere il green pass

Come abbiamo avuto modo di vedere nei giorni scorsi, il green pass viene rilasciato in tre casi:

al completamento del ciclo di vaccinazione, quindi dopo la somministrazione della seconda dose;
in caso di guarigione dal Covid;
a seguito di un test o tampone con esito negativo effettuato nelle ultime 48 ore.

Con ogni probabilità, buona parte dei vacanzieri per mettersi in macchina (o in treno o in aereo o in nave) e godersi qualche giorno di vacanza al termine di un anno difficilissimo dovrà ricorrere al tampone. Non per scelta ovviamente. Per il vaccino si devono rispettare i tempi, mentre per quanto riguarda l’infezione molte persone (fortunatamente) non hanno contratto il virus o lo hanno contratto più di sei mesi fa o non hanno un certificato che attesti l’infezione e la guarigione. Quindi per spostarsi tra Regioni che non siano in zona Gialla e per gli spostamenti tra Paesi europei serve il tampone.

Vaccino coronavirus

Il costo della certificazione verde

Il vaccino è gratuito, quindi per chi è vaccinato il green pass non ha un costo. Lo stesso discorso vale per chi è guarito dal Covid. Chi deve fare il tampone invece deve pagare, quindi per queste persone la certificazione verde ha un costo. Magari irrisorio per una singola persona, ma se si sposta una famiglia di quattro persone per programmare le vacanze bisogna mettere in conto anche tamponi e test.

Il costo del tampone varia: in alcune regioni lo si può trovare a meno di 20 euro, in altre a più di 30. In alcuni casi il tampone costa più del biglietto del treno.

C’è chi stima che per i tamponi le famiglie italiane dovranno fare i conti con una spesa che si aggira tra i 100 e i 150 euro nel caso delle famiglie. Non sembreranno cifre esorbitanti, ma non possiamo dimenticare che siamo nel pieno di una crisi economica e che molte persone hanno perso il lavoro. E quei 100 euro potrebbero far comodo a fine mese.

Tra i più svantaggiati ci sono ancora una volta i giovani. Loro non hanno alternativa al tampone in quanto sono in fondo alla lista delle persone da vaccinare. Gli stessi giovani che, con le donne, sono state le prime vittime della crisi economica e lavorativa legata all’emergenza sanitaria.

Certo, le soluzioni low cost esistono. È possibile ad esempio trovare punti allestiti dalla Croce Rossa dove poter fare il tampone gratuitamente, ma non è così certo che possiate trovarlo nelle 48 ore che precedono la vostra partenza. Inoltre, come facilmente immaginabile, la fila non è propriamente snella.

Coronavirus

L’aspetto psicologico

C’è poi chi parla di una sorta di blocco psicologico legato al green pass, visto come un ostacolo, un messaggio di insicurezza e incertezza che in alcuni soggetti potrebbe avere un effetto contrario a quello desiderato, quindi convincerli a rimanere a casa rimandando le vacanze all’estate dell’anno prossimo.