L’Italia non invierà i carri armati Leopard all’Ucraina insieme agli altri paesi europei che hanno promesso l’invio insieme alla Germania.
Il motivo per cui l’Italia non manderà Leopard all’Ucraina è che non dispone di carri armati di ultima generazione. Alla fine della Guerra Fredda in Italia sono stati costruiti 200 Ariete progettati dalla Oto Melara, che in teoria sarebbero dovuti essere equiparabili agli Abrams americani e i Leopard tedeschi. Ma in realtà non sono mai stati all’altezza dei mezzi corazzati di ultima generazione come quelli che gli alleati stanno per inviare a Kiev sia a livello di armamento che di protezione.
Questi Ariete non sono mai stati aggiornati rimanendo fermi agli anni ottanta. Per questo motivo i pezzi di ricambio di questi mezzi sono rari quasi artigianali. Secondo i dati del 2015, per tenerli in servizio sarebbero serviti più di 30 milioni l’anno. Questi carri armati sono stati utilizzati all’estero soltanto una volta, a Nassiriya nel 2004.
Di cosa dispone la Difesa italiana
Le ultime vicende geopolitiche hanno spinto la difesa ad investire sulla manutenzione di questi mezzi. Da 60 che ne erano rimasti dopo l’Iraq sono tornati oltre 100 ed è stato varato un programma per aggiornarli e rivitalizzarli. Con 980 milioni di euro su 125 Ariete verrà montato un propulsore più potente, un sistema di visori di ultimo tipo, cingoli più larghi, nuove trasmissioni e contromisure difensive.
Sulla produzione sta lavorando anche Iveco e le previsioni indicano il termine nel 2034. Ma se dovessero servire prima il capo di Stato maggiore dell’Esercito ha già ipotizzato l’acquisto di cento Leopard. L’Italia però ha ancora 120 Leopard 1 della fine degli anni ottanta aggiornati nel 1996 che potrebbero essere utilizzati e inviati alla resistenza ucraina. Abbiamo anche 400 autoblindo “caccia-carri” Centauro: veicoli con otto ruote motrici e un cannone da 105 millimetri, presenti pure nell’armamentario di Spagna e Giordania e sono superiori alle AMX RC-10 che Macron sta per consegnare a Kiev.