La nostra produzione di gas è calata dagli anni 90, e siamo sempre più dipendenti dalle importazioni, perché questo accade?
Secondo le stime del ministero della Transizione Ecologica (MITE), le riserve di gas certe sono 39,8 miliardi di metri cubi, di cui circa 22 miliardi sulla terraferma e la restante parte in mare. Altre riserve, una somma pari a 44.5 miliardi di metri cubi di gas, possono essere recuperate con una probabilità maggiore del 50%.
Ci sono infine le riserve possibili, ossia una somma pari a 26,7 miliardi di metri cubi, che si pensa di poter estrare con una probabilità minore 50%. Il Mite spiega che dal sottosuolo italiano potrebbe essere recuperata una quantità di gas attorno ai 70 miliardi di metri cubi. Una quantità che in generale è considerata non sufficiente.
Quanto Gas c’è?
Senza considerare per un attimo il punto di vista dell’ambiente, estrarre il gas dal sottosuolo deve anche essere conveniente. Il che ancora resta una domanda alla quale non c’è risposta certa. Gli esperti dicono che parlare di riserve nel nostro paese è molto fuorviante, questo perché l’Italia ha scavato l’ultimo pozzo esplorativo nel 2008.
Ma per conoscere davvero le stime effettive di cosa c’è nel nostro sottosuolo sarebbe necessario aver esplorato ogni struttura geologica del territorio, e questo non è stato fatto. La completa quantità del gas presente nel nostro sottosuolo non si conosce.
Infine, chi è favorevole all’estrazione di gas nel nostro paese è un’ottimista. Sfruttare di più le nostre riserve per dipendere di meno dalle importazioni è un obbiettivo poco fattibile. Non necessariamente converrebbero, questo perché innanzitutto nessuno ci assicura che le società titolari delle concessioni venderebbero quel gas al prezzo di mercato adeguato. In ogni caso, il contributo di fabbisogno nazionale sarebbe modesto per avere benefici sul costo delle bollette.
