L’allarme è stato lanciato dalle associazioni di categoria: tra la guerra in Ucraina e i rincari le panetterie rischiano di chiudere.
L’allarme è stato lanciato dalle associazioni di categoria e preoccupa sia i lavoratori che i consumatori italiani: molte panetterie sono a rischio chiusura. Colpa (ma non solo) della guerra: l’Ucraina è considerato il granaio d’Europa e l’Italia importa da Kiev circa il 40% dei cereali che vengono utilizzati. L’invasione della Russia ha quindi portato a un inevitabile stop alle importazioni e il prezzo della farina è aumentato fino al 60% rispetto all’estate. Più la guerra continuerà, più le importazioni di grano e cereali saranno impossibili.
Panetterie a rischio chiusura: l’allarme
La guerra in Ucraina, come dicevamo, secondo le associazioni di categoria, non è l’unico motivo che sta mettendo a rischio molte panetteria: prima ancora che la Russia iniziasse l’invasione dell’Ucraina si erano già registrati diversi aumenti, da quelli delle bollette dell’energia elettrica al gasolio per i trasporti.
Aumenti che hanno messo in difficoltà molti gestori di panetterie, prima ancora che la guerra in Ucraina arrivasse a peggiore la situazione già problematica per l’intero settore. “Decine di panetterie sono a rischio chiusura a 10 giorni dall’inizio del conflitto le farine di grano tenero sono cresciute del 40-50%, non possiamo scaricare questi costi sul prezzo del pane, si lavora in perdita per mantenere il rapporto coi clienti” ha spiegato Stefano Fugazza, il presidente di Unione artigiani oltre che panettiere di terza generazione a Lambrate.
Italia dipendente dalle importazioni
L’Italia negli ultimi anni è diventata sempre più dipendente dalle importazioni per quanto riguarda la produzione di pane e biscotti. In totale il 64% del fabbisogno di grano per la produzione di pane e prodotti simili arriva dall’estero, inoltre negli ultimi dieci anni sono spariti circa un campo di grano su cinque, per un totale di quasi mezzo milione di ettari coltivati.