Le quattro italiane tra i vari turisti rimasti bloccati in Perù a causa delle proteste sono in salvo. 22 persone sono morte.
Giulia Opizzi, Martina Meoni e le sorelle Federica e Lorenza Zani sono in salvo. La notizia è stata riferita dall’agenzia stampa Ansa. Le quattro turiste italiane erano rimaste bloccate per tre giorni su un bus nel villaggio di Checacupe a causa delle proteste in Perù. Secondo quanto riferisce l’Ansa, le ragazze sono partite nel pomeriggio di ieri in auto scortate dalla polizia peruviana. Da Cusco prenderanno un aereo per Lima.
I disordini in Perù proseguono da giorni a causa delle proteste contro il nuovo governo insediatosi dopo le dimissioni del presidente Castillo. I manifestanti chiedono la scarcerazione del presidente con violenti scontri tra i cittadini e le forze dell’ordine. Il bilancio dei morti è arrivato a 22 morti e molte decine di feriti. Ieri gli incidenti hanno causato anche 52 feriti, di cui 43 civili e nove agenti di polizia. Le violente proteste per l’arresto dell’ex presidente hanno provocato l’interruzione del sistema ferroviario. Questo ha creato disordini anche a Machu Picchu dove sono rimaste bloccate 300 turisti tra cui una decina di italiani.
Le proteste continuano e alzano l’allarme internazionale
Questo incidente ha provocato l’allarme internazionale sui viaggi verso il Perù. “Abbiamo chiesto al governo di aiutarci a stabilire dei voli per evacuare i turisti”, ha detto il sindaco della città. L’unico modo per entrare e uscire da Machu Picchu è il treno, ma i servizi sono momentaneamente sospesi fino a nuovo avviso.
In questo caos sono rimaste bloccate per giorni anche le quattro italiane che hanno denunciato la situazione attraverso i social network. «Siamo senza soldi, senza acqua, senza riuscire a contattare i famigliari, senza servizi igienici. Il dialogo con i manifestanti sembra impossibile nonostante i vari tentativi». E ha aggiunto: «La nuova prima ministra non intende ascoltare il popolo e non è a conoscenza della situazione attuale fuori dalle città». Stesse denunce arrivano dai turisti americani.